Bastardo in trappola

perchè alla fine si è solo...un bastardo senza gloria!!

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    over the rainbow

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    TITOLO: Bastardo in trappola
    AUTRICE:vampirettafolle
    GENERE:sentimentale,commedia
    FANDOM:libri,Twilight
    RATING: arancione
    PARTICOLARITA':i personaggi non mi appartengono,sono stati ripresi da me e introdotti in un contesto nuovo.

    Bella giovane giornalista newyorkese si imbatte in due grandi attori hollywoodiani Jacob Black e Edward Cullen...saranno solo amici?qualcuno riuscirà a penetrare nel cuore della bella? e ci sarà tempo per le vendette?


    BASTARDO IN TRAPPOLA


    1robertpattinson352




    Capitolo 1 EDWARD TI PRESENTO BELLA


    Ore 6.30. Vengo svegliata improvvisamente da una musica che mi bombarda le orecchie; con il cuore in gola per lo spavento, mi accorgo che si tratta del mio cellulare, che suona ad alto volume qualcosa di Bob Sinclar, una di quelle canzoni da festa o discoteca che di certo io non avrei mai impostato come sveglia…

    Dopo aver indossato la mia vestaglia e ancora assonnata, vado in cucina.

    “Alice, non azzardarti mai più a cambiare le impostazioni del mio cellulare!”

    “Però, siamo loquaci stamattina!”. Alice mi sorride mostrandomi i suoi denti così maledettamente bianchi ma senza smettere i suoi quotidiani esercizi di stretching: dice che l’aiutano ad affrontare meglio la giornata e, soprattutto, suo padre.

    Io non rispondo nulla, in effetti solitamente al mattino non parlo mai. Vado verso il frigo e comincio a preparare qualcosa per colazione, mentre Alice va a farsi una doccia.

    “Sai Bella” mi urla dal bagno, “dovresti abituarti a svegliarti con canzoni ritmate, ti danno la carica giusta per far fronte ai problemi di tutti i giorni!”

    Sarà, penso tra me e me ancora senza parlare. Alice è fatta così, ha bisogno di espedienti per andare avanti e riuscire a dimenarsi fra i vari impegni di una vita che non la soddisfa pienamente. Eppure è sempre così esuberante, sorridente e così sicura che un giorno riuscirà a realizzare i suoi sogni; dice che per lei arriverà una “grande svolta”. Anch’io sogno una svolta, ma forse è ancora presto per me: sono appena laureata e ancora inesperta, difatti oggi devo limitarmi ad accompagnare il signor Hartley in un hotel perché LUI deve intervistare un attore televisivo.

    “Alice vuoi muoverti, ho bisogno del bagno o farò tardi!”. Sbuffo. Tutte le mattine la stessa storia…



    Io e Alice ci salutiamo d’avanti al portone e saliamo nelle nostre rispettive macchine: lei si dirige verso lo studio legale del padre, presso cui lavora come avvocato, mentre io vado verso la redazione dell’Us Weekly, un settimanale di gossip che da qualche mese mi permette di pagare l’affitto.


    Arrivata in redazione, mi dirigo verso la mia scrivania, così nell’attesa di accompagnare il mio capo posso completare alcuni articoletti da pubblicare nel prossimo numero. Mentre cammino verso la mia sedia, dietro di me sento un fischio di apprezzamento: mi giro e vedo Mike, un mio collega di lavoro.

    “Accidenti, sei bellissima stamattina!”. Gli sorrido.

    “Tra un’ora devo accompagnare il signor Hartley in un albergo di lusso, ho pensato che fosse necessario un certo abbigliamento!”. Per l’occasione, ho scelto un pantalone attillato beige, una maglia dolcevita a giro ma scollata sulla schiena, con una fantasia sul celeste, e delle scarpe tacco 12 che, so già, mi uccideranno entro poche ore. Ho anche legato i miei lunghi capelli castani in una coda alta e ho messo un po’ di trucco in più del solito.

    “Chi ha da intervistare oggi il nostro signor Hartley?”

    “Oh, un attore televisivo, Chad Michael e qualcosa…”

    “Murray”. Mike completa la mia frase.

    “Lo conosci?!”. Io non mi intendo molto di tv, sto imparando poco a poco grazie a questo lavoro.

    “Mia sorella ne va pazza, anzi, già che ci sei, cerca di strappargli un autografo per lei…”.

    “Vedrò cosa posso fare!”.

    Mike fa per andarsene, poi sembra ripensarci e si volta nuovamente verso di me.

    “Sai, dovresti vestire sempre così…” Mi strizza l’occhio e si allontana.

    Dopo un’ora di lavoro più o meno intenso, vengo invitata dalla segretaria del signor Hartley ad aspettare fuori l’arrivo di un taxi che accompagni lui e me nell’hotel dove si dovrà svolgere l’intervista. Kite Hartley mi raggiunge frettolosamente dopo 5 minuti, lamentando il fatto che “siamo” già in ritardo; evito di fargli notare che io sono stata lì ad aspettarlo e salgo nell’autovettura gialla. L’intenso traffico ci impedisce di arrivare subito a destinazione e dà anche modo al signor Hartley di lamentarsi un bel po’ con l’autista, come se fosse colpa sua. Lo guardo e penso che non abbia senso essere così nervosi per una semplice intervista ad un attore; per me questi sono sempre stati futili argomenti di cui mai avrei voluto scrivere ma purtroppo all’inizio non sono riuscita a trovare di meglio. Si sa, è necessario fare prima della gavetta per poter arrivare più in alto, un domani.

    L’arrivo all’hotel interrompe il flusso dei miei pensieri. Scendo dal taxi e osservo l’entrata dell’edificio, cercando già di sbirciare la lussuosa hall in cui sto per mettere piede.

    “Wow! Signorina, oggi è favolosa!”. Il signor Hartley si è finalmente accorto del mio abbigliamento.

    “La ringrazio, signore!”

    “Ha un’aria molto… professionale”. Per un attimo assume un’espressione gentile, ma la serenità sparisce dal suo volto nel momento in cui anche lui guarda l’edificio.

    “Sbrighiamoci, siamo in ritardo!”. Alzo gli occhi al cielo e lo seguo nell’hotel.

    La hall dell’albergo mi lascia a bocca aperta. Al centro della sala un enorme acquario con pesci coloratissimi cattura subito la mia attenzione; sulla sinistra, accanto alla reception, si trova un meraviglioso pianoforte; a destra ci sono alcune poltrone e divanetti intorno a dei tavolini; il pavimento è coperto da un tappeto rosso decorato, mentre sui muri sono appesi alcuni quadri grandissimi dai colori caldi. In fondo, una maestosa scalinata porta ai piani superiori.

    Ci accomodiamo su uno dei divanetti sulla destra, in attesa che arrivi questo famoso attore a concedere la sua intervista. Mentre aspettiamo, il signor Hartley riceve una chiamata sul suo cellulare. La telefonata è breve; Hartley ascolta il suo interlocutore annuendo con espressione leggermente scettica e infine chiude in modo secco la chiamata. Non sopporta di essere interrotto durante il suo lavoro, anche se in questo momento non è che stia facendo gran che: la nostra star si fa attendere.

    “Signorina Swan” mi dice quasi sussurrando, “ho appena ricevuto una, diciamo, soffiata. Mi dicono che Jacob Black alloggia in questo hotel proprio mentre noi siamo qui.” Non sembra molto convinto delle sue stesse parole. A quanto pare non crede che una tale fortuna possa capitare proprio a noi: Jacob Black è uno degli attori-promessa del cinema moderno, un divo in ascesa, già famosissimo. Perfino io lo conosco.

    Il signor Hartley riprende.

    “Che ne dice di andare a “controllare”? Magari riesce ad avere uno scoop per il prossimo numero…”. Lo guardo. Dalla sua espressione deduco che vuole semplicemente sbarazzarsi di me e che non presta molta fede a questa notizia. Pur essendo certa a mia volta che sarà una perdita di tempo, tuttavia accetto: è pur sempre un mio superiore, devo obbedire.

    Mi alzo dal divano e mi allontano di alcuni passi, pensando a come scoprire se la soffiata abbia o meno un fondamento. Mi avvicino alla hall. Dietro il bancone c’è un ragazzo dall’aspetto pulito al quale decido di chiedere se per caso il famoso attore Jacob Black alloggi davvero nell’albergo. Il ragazzo viene messo un po’ a disagio dalla mia domanda e capisco che la notizia non è poi del tutto infondata… Ripensando ai complimenti di Mike di quella mattina, decido di sfoggiare un po’ di charme per convincere il ragazzo a darmi qualche informazione in più.

    “Mi scusi, non mi sono presentata! Sono Isabella Swan, lavoro per la rivista Us Weekly.” Sorrido ampiamente.

    “Ehm… per la verità… il signor Black non gradisce paparazzi in ques…”.

    “Oh, ma non si preoccupi, sarò molto… come dire… discreta!”.

    Il ragazzo mi guarda incerto. Forse si sta interrogando su quanto i paparazzi possano essere discreti.

    “Senta… ehm…” guardo il cartellino appeso alla sua giacca, “Josh… se lei mi aiuta magari in questi giorni potremmo incontrarci per un caffè, non so…”. Gli lancio uno sguardo eloquente, sperando che l’imbarazzo per un comportamento che non ho mai assunto in vita mia non mi tradisca.

    Lui ride e io mi sento un po’ sollevata.

    “Che ne dice, allora?”. Incalzo.

    “Mi segua, l’accompagno.” Gli sorrido.

    Entriamo in uno degli ascensori dell’edificio, diretti all’ultimo piano. Mentre saliamo Josh mi fa alcune domande su di me, sul mio lavoro, sui miei studi appena conclusi. Infine, l’ascensore si apre. Lui mi indica il fondo del corridoio.

    “Di là troverà la suite. Mi raccomando, non dica a nessuno che l’ho portata io dal signor Black, ne va del mio lavoro…”

    “Non si preoccupi. Grazie mille per l’aiuto!”

    Sorride.

    “Di niente. Comunque… non credo di poter accettare il suo invito per un caffè… Sono fidanzato, alla mia ragazza non piacerebbe.”

    Rido e penso che mi sia andata bene, in fondo non ho corrotto nessuno per ottenere questo scoop.

    Dopo che le porte dell’ascensore si sono richiuse, mi avvio lentamente lungo il corridoio. Non so bene che fare, non credo servirebbe a qualcosa bussare alla porta della suite… Penso alla digitale che porto sempre con me in borsa: forse dovrei tirarla fuori. Mentre la cerco sento un rumore di porte che si aprono e si richiudono. E’ lui!!! Jacob Black è appena uscito dalla sua camera e si dirige verso l’ascensore. Dal vivo è molto più affascinante: più alto di me di tutta la testa, fisico modellato al punto giusto (non troppo magro né eccessivamente muscoloso), sorriso da pubblicità di un dentifricio, e poi, la camicia bianca che indossa… Istintivamente cambio idea e lascio perdere la ricerca della macchina fotografica. Se si accorge che voglio solo uno scoop chiama la sicurezza e mi fa allontanare…

    In mancanza di altre idee e piuttosto imbarazzata, gli rivolgo la parola pur non sapendo ancora dove andare a parare.

    “Buongiorno! Sei Jacob Black vero?”.

    “Ehm… si. Tu chi sei?”

    La mia capacità di parlare sembra svanire improvvisamente. Lo guardo e penso di avere davanti un figo pazzesco, oltre che un attore famosissimo. Di colpo mi riprendo.

    “Ehm… io… i-io sono Isabella Swan.”

    “Bene, Isabella Swan, io stavo giusto andando giù al bar a prendere qualcosa. Vieni con me?”.

    Wow, io pensavo che avrei avuto a che fare con un divo arrogante e capriccioso e invece lui invita me, comune mortale, al bar con lui. Mi sa che Mike aveva ragione, devo vestirmi così più spesso… Incredula, accetto la proposta e per un po’ dimentico il motivo per il quale sono lì, almeno fin quando, scesi nella hall, vedo il signor Hartley finalmente alle prese con la sua intervista. Ma lui, di spalle, non mi nota mentre mi dirigo al bar dell’albergo con Jacob Black…

    Seduti al bancone, lui ordina qualcosa per entrambi. Fa un po’ Lost in Translation, penso, anche se lì il protagonista era un attore ormai quasi alla fine della sua carriera. Io qui ho di fronte una giovanissima star…

    “Allora, Isabella, anche tu alloggi in questo hotel?”.

    “Io… ecco… per la verità… no…”.

    Lui ride.

    “Lo sospettavo!”.

    “Ah, però, come hai fatto?”. Chiedo sarcastica, ridendo a mia volta.

    La conversazione prosegue con questo tono leggero per un po’. Jacob sembra una persona davvero piacevole e simpatica e dà l’impressione di avere i piedi per terra.

    Dopo un po’, mi chiede del mio lavoro.

    “Cos’è che fai di preciso nella vita?”.

    “Oh, io lavoro per la rivista Us Weekly. Anzi, se devo essere sincera, ero venuta da te per strapparti un’intervista…”.

    “Ma perché non l’hai detto subito!” esclama, “Ah Bella, Bella, nel tuo lavoro bisogna essere più spregiudicate!”

    Già, penso, a disagio.

    “Vieni con me, cerchiamo una sala per questa intervista.”. Oggi dev’essere il mio giorno fortunato!

    Dopo aver parlato con il personale dell’hotel, riusciamo ad avere una magnifica saletta tutta per noi e così cominciamo l’intervista.

    Jacob mi concede altre due ore del suo tempo, rispondendo in maniera all’apparenza spontanea e, spesso, divertita alle mie domande. Sembra più che altro una conversazione tra due persone comuni e il tempo passa in maniera molto piacevole. Alla fine, lui si congeda.

    “Adesso devo proprio andare, Bella.”.

    “Si certo, anzi, grazie mille, davvero!”

    “Che ne dici di rivederci in questi giorni, quando sono meno impegnato? Niente interviste. Come due amici!”.

    Lo guardo stupita.

    “Oh… ehm… d’accordo, mi farebbe molto piacere!”. Mi chiede il mio numero, dopo di che usciamo dalla sala.

    Il signor Hartley mi aspetta impaziente nella hall, palesemente incapace di stare seduto e fermo. Quando vede me e Jacob salutarci con un sorriso, si immobilizza, incredulo.

    “Ma… ma… allora era vero???”. Boccheggia quando mi avvicino.

    “Verissimo, altro che!”. Io sono raggiante, sebbene una parte di me sia ancora incredula per la magnifica mattinata appena trascorsa.



    Mi trovo sotto l’ombrello davanti ad una pizzeria. Piove a dirotto da due ore, ma mi consolo pensando che tra qualche settimana arriverà l’aria primaverile. Guardo impazientemente l’orologio. Sono le 21.25. Alice avrebbe dovuto essere qui già 10 minuti fa. Non vedo l’ora di raccontarle quello che mi è successo oggi! Dopo un po’, eccola che arriva nella sua macchina.

    “Scusami tanto, mio padre oggi… vabbè lasciamo perdere! Piuttosto, entriamo, così mi racconti, al telefono sembravi così allegra!”.

    Davanti a due belle pizze calde con mozzarella filante, le racconto per filo e per segno la mia giornata. Alice rimane a bocca aperta per tutto il tempo, alla fine esclama: “Non posso crederci! Jacob Black?! O mio Dio, Bella… wow!”.

    “Già!” dico pensierosa, “Spero che questa intervista mi frutti anche una promozione… Fin ora non mi sono mai occupata di cose così “rilevanti”… Sarebbe magnifico poter passare in una sezione più importante della rivista…”. Assumo un’espressione sognante, forse un po’ ebete.

    “Vedrai, sicuramente terranno conto di questo scoop!”. Alice mi rincuora, sorridente. “Mal che vada… Ti farai consolare da Jacob!”.

    “Mmm… non sarebbe una cattiva idea!”. Rispondo e scoppiamo entrambe a ridere.



    Come promesso, Jacob mi ha contattata dopo un paio di giorni per incontrarci di nuovo. Ormai siamo entrati in confidenza come due buoni amici. Ci incontriamo appena lui ha un momento libero (cosa che in realtà ultimamente non capita molto spesso) e passiamo insieme delle ore piacevolissime. Lui è una persona meravigliosa, abbastanza semplice per essere così giovane e famoso. Conoscendolo meglio è proprio un rgazzino, non uno di quelli sciocchi che combinano un sacco di guai,ma uno di quelli che ti tiene sempre allegra e che è pronto a farti sorridere.Grazie a lui, come Alice ha previsto con il suo incrollabile ottimismo, ho ottenuto una promozione e adesso intervisto periodicamente personaggi famosi del cinema e non solo. Jacob spesso mi “aiuta” ,sotto mia costrizione e bronci a regola d’arte,presentandomi alcuni suoi colleghi (attori e registi per lo più) che puntualmente qualche settimana dopo finiscono sulla mia rivista.

    Un bel pomeriggio di fine giugno io e Jacob siamo seduti al tavolino di un bar molto chic a sorseggiare un caffè, mentre lui mi parla del suo nuovo progetto di lavoro.




    “Sai, è un film molto importante per me” mi dice, “finalmente un ruolo più impegnato. Mi servirà per scrollarmi di dosso l’immagine di attore-da-commedie-per-ragazzine.”

    “Capisco.” Dico. E’ vero, anche a me servirebbe un passo del genere. Certamente la promozione è stata molto importante, ma io vorrei “scrollarmi di dosso l’immagine di giornalista-di-riviste-di-gossip” e scrivere di economia, attualità, fatti importanti.

    “Hai qualche bella donna come partner stavolta?”

    “No, donna no. Ma in compenso, lavoro con Edward Cullen. In effetti è lui il vero protagonista.”

    “Edward Cullen…? Ma io lo a-d-o-r-o!!! E’ fantastico, Jake!”

    Edward Cullen è uno degli attori più famosi e talentuosi dell’Hollywood di oggi, senza contare che è bellissimo. Ma che dico, è in testa alla classifica dell’uomo più sexy del mondo da qualche anno ormai! Io stravedo per lui!

    “Jake…” lo guardo con un misto di malizia e supplica, “non è che, ecco… potresti farmelo incontrare? Voglio dire, dopo che iniziate a lavorare insieme, prendete un po’ di confidenza magari…”

    “Bella, ma hai capito di chi stiamo parlando? Lui ormai è una star affermata e ricercatissima, come pensi di ottenere così facilmente un’intervista da lui?!”

    “Ma io non ti parlo da giornalista! Ti parlo da fan! Io stravedo per lui, è uno dei miei attori preferiti! Ti prego, lo so che sono già in debito con te, però…”. Gli faccio gli occhi dolci.

    Lui fa un sospiro. “Vedrò. Ma non ti prometto niente.” Trattengo a stento la voglia di urlare e saltello sulla sedia come una bambina. Il cameriere del bar mi guarda come se fossi una disturbata così decido di smettere.

    “Jake sei un tesoro!”.



    Dopo circa un mesetto, finalmente Jacob decide di portarmi con lui sul set. E’ una bella mattinata soleggiata e io sono di ottimo umore.

    Arrivati negli studi cinematografici, Jake mi conduce da lui, Edward Cullen, intento a ripassare qualche battuta delle scene da girare quel giorno. Quando ci vede, interrompe la sua occupazione e ci sorride. Ancora non ci credo: l’uomo più sexy del mondo è qui, davanti a me, che mi tende la mano cordialmente, con quel suo fantastico sorriso che per poco non mi fa svenire, quegli occhi verde smeraldo dallo sguardo profondo, i capelli un po’ spettinati. E’ perfino più alto di Jacob e un po’ più magro. E’ meraviglioso. Forse troppo, perché al momento mi sento un po’ stordita.

    “Tu sei Bella, vero? Jacob ha detto che volevi incontrarmi ma non mi ha detto che eri così carina!”.

    Vorrei tanto rispondere qualcosa, qualsiasi cosa, ma ho la bocca asciutta e il cervello momentaneamente in stand by. Jake corre in mio aiuto.

    “Si è proprio lei. E’ una tua ammiratrice. Oggi rimarrà qui ad osservare il nostro lavoro così potrà scrivere anche un articolo per il suo giornale su come procede la lavorazione del film. Ma niente interviste oggi, questo lo sa bene.”. Edward ride, divertito da quel patto. O forse, divertito da me che ancora non sono capace di proferire una parola.

    “Bella, mi piacerebbe davvero ehm, come dire… continuare questa conversazione…”. E’ pure spiritoso… “Adesso però il lavoro ci aspetta. Magari ci ribecchiamo più tardi.” Mi fa l’occhiolino.

    “Si, certo. A dopo allora.”. Finalmente mi sono decisa a parlare!

    Anche Jake mi saluta. “A dopo, Bells.”.



    Mentre la lavorazione del film procede, io sono seduta dietro le cineprese e ogni tanto prendo qualche appunto per l’articolo che scriverò. Per la verità, vengo spesso distratta dalla bellezza di Edward Cullen e mi fermo più volte ad osservarlo come sotto l’effetto di qualche sostanza stupefacente. E’ davvero favoloso!

    Durante la pausa pranzo scambiamo qualche parola e io finalmente mi sciolgo un po’, così che alla fine della giornata sono ritornata più o meno me stessa e accetto ben volentieri l’invito di Edward e Jake di andare insieme a mangiare qualcosa fuori.

    Arrivati in un locale molto carino nel pieno centro della città, prendiamo posto intorno ad un tavolo per quattro.

    “Ci raggiungerà un mio amico tra un po’” mi spiega Edward.

    E difatti, dopo qualche minuto ecco che arriva un bel ragazzo alto, muscoloso, molto carino. Mi sento abbastanza fortunata questa sera…!

    “Ciao Ed, Jake… Non mi presentate la vostra amica?” dice, spostando lo sguardo su di me. “Va bè, faccio da solo! Piacere, io sono Emmett!”

    “Piacere, Bella!”.

    Durante la serata, ho modo di conoscere un po’ meglio sia Edward che Emmett. Emmett è il migliore amico di Edward e suona come chitarrista in una band, per altro non molto famosa, ma nonostante ciò dice di essere abbastanza soddisfatto perché quando suona si sente se stesso e gli sembra di non aver bisogno di altro. Edward, un po’ come Jacob, sembra davvero un tipo apposto, senza troppi capricci, non un “montato” di quelli a cui la fama ha dato alla testa. Mi chiede di me, di quello che faccio, di come vivo. Io spiego del mio lavoro non esattamente gratificante, racconto che vivo con Alice e che lei mi è stata presentata da Jasper, il suo ragazzo nonché mio compagno al college; parlo un po’ della mia famiglia, che ho lasciato a Forks, dove sono nata, per trasferirmi dalla parte opposta degli Stati Uniti già dai tempi dell’università e inseguire le mie ambizioni. Edward mi ascolta interessato e sembra non sopportare gran che Emmett che ogni tanto ci interrompe con qualche battuta delle sue, così che la serata passa tra una risata e l’altra. A me sembra di essere tra persone che conosco da una vita.

    “Ho un’idea.” Esclamo a fine serata. “Jake, che ne dici se si uniscono anche loro alla cena di domani sera?”

    “Perché no?”. Risponde Jacob.

    Mi rivolgo agli altri due ragazzi. “Ho invitato Jake a casa mia per domani sera. Perché non venite anche voi? Vi presento Alice. Sa cucinare ottimi dolci!”.

    “Bè, se ci sono i dolci, io ci sto allora!” risponde subito Emmett.

    Edward ride e accetta anche lui l’invito. “Mi farebbe davvero piacere, Bella!” Mi guarda con quei suoi occhi profondi che sembrano volermi dire tante cose... Ma sono solo mie fantasie, come al solito.

    “Perfetto, Alice sarà contenta!” Contentissima direi. Tre fighi pazzeschi in un colpo solo, di cui due famosissimi…



     
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  2. _fairy_love_
     
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    Eh no ora voglio il continuo!!!!
    Come introduzione è buona!!!Continua a scrivere dai!!!
     
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  3. Taide
     
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    Ma salve! Allora allora allora...devo dire che questo primo capitolo lo trovo molto divertente e piacevole considerando che non c'è di mezzo il soprannaturale, o sì?
    Bella non è il mio personaggio preferito ma la tua mi è decisamente piaciuta, finalmente un po' di sfacciataggine ci voleva...e i maschietti...io adoro Jacob, non ci posso fare nulla e Emmett non si smentisce mai.
    E poi c'è Edward, sebbene nei libri abbia sviluppato una profonda allergia nei suoi confronti beh...magari con questo potrei rivalutarlo un pochino...
    A presto!
     
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  4. Irene:-)
     
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    STU-PEN-DO!!!!! Complimenti!!!! Ma come è che tutte sapete scrivere?!?!? Taide, te... ora anche io voglio il continuo però!!!!!!! Sembrate scrittrici!!!!

    Che immagine stupenda hai messo!!!!!
     
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  5. Taide
     
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    Tranquilla Ire, ho almeno sei o sette capitoli già pronti e a giorni posto e tu mi dici cosa ne pensi...
    Sereee, voglio quella cena al più presto clapping
     
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    buone state buone,cercherò di postare una volta a settimana,anche perchè la storia è bella che conclusa,perciò il materiale è tutto pronto.
    anche se ho postato di venerdi,ovvero ieri,per il prossimo capitolo anticiperò di qualche giorno...XD
     
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  7. Irene:-)
     
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    oook !!
     
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    BASTARDO IN TRAPPOLA

    1robertpattinson352

    Capitolo 2 La verità è che non gli piaci abbastanza

    Allora la mia famosa carne al cartoccio è quasi pronta.
    Gli stuzzichini sono già pronti sul tavolino del soggiorno.
    La cucina è uno splendore come il resto della casa. è tutto il pomeriggio che spolvero e rassetto casa, facendo sparire tutti gli indumenti che alice sparge per l’appartamento. ha una stanza tutta per se adibita ad armadio ,ma i suoi vestiti continuano a dimorare dappertutto.
    Ma oggi finalmente riuscirò ad ottenere l’attenzione di alice. l’ho minacciata per il disordine costringendola a riporre i suoi abiti nel suo armadio a patto che stasera fossi riuscita a sorprenderla. pensa di avere la vittoria in pugno ,ma ancora non sa che l’ospite speciale non è jacob.

    Sarà una serata perfetta a partire dal mio fantastico vestito nero stile mogliettina americana con una fantastica e vaporosa gonna. i complimenti che mike mi rivolge ogni giorno a lavoro mi hanno fatto rivalutare il mio corpo.

    Alle otto in punto suonano al campanello. tolgo il grembiule spengo il forno e corro per quanto i miei unici tacchi dodici me lo permettono ad aprire prima di alice.
    “salve ragazzi…è stato facile trovare l’appartamento?”domando educatamente.
    “ehi piccola donna”mi saluta a gran voce emmett.
    “non è stato difficile abbiamo semplicemente seguito jake”risponde cordialmente Edward alla mia ovvia domanda.
    “ehm ragazzi vi avevo detto che coabito con una ragazza giusto?be lei non sa che siete voi gli ospiti perciò se sviene o urla-cosa più probabile- non vi spaventate”è il discorso più lungo che io abbia mai fatto.”alice?”
    “eccomi…perché non mi hai detto prima che erano già saliti e…”
    “oh mio Dio o mio Dio Edward Cullen !!”inizia a trillare e saltellare raggiungendolo e slogandogli un polso.
    “e tu invece chi sei?”chiede sempre tutta euforica ad emmet che scoppia in una grassa risata.

    “questa volta hai superato te stessa Bella”mi fa i complimenti Jake.
    “complimenti è la prima volta che mangio un piatto simile”si aggiunge ora anche Edward.
    “ci credo …non fai un pasto decente da quando te ne sei andato di casa”e scoppia emmett nell’ennesima risata.
    È una serata grandiosa. alice è al settimo cielo e sicuramente domani mattina appena si sveglierà chiamerà jasper e gli farà un resoconto dettagliato della serata.
    E poi edward è cosi dolce. è proprio un ragazzo serio. non si è montato la testa. mi ha detto che ha accettato di girare questo thriller al fianco di Jake per lasciarsi alle spalle la parte del classico bello e dannato nella quale era rimasto intrappolato a causa di film precedenti. ho scoperto anche che abbiamo gli stessi gusti letterari e musicali. invece abbiamo idee divergenti sui film. siamo entrambi propensi per film impegnativi solo che mentre lui cerca di alleggerire il tutto con una bella commedia demenziale o un film dell’orrore io scelgo una commedia romantica o un bel musical.
    “ehi bella jake mi ha detto che una sua intervista ti ha portato ad un aumento di stipendio”mi interrompe emmet dalla mia lista dei pro e contro su edward e per adesso la colonna dei contro è immacolata.
    “be si ora sono responsabile di un settore tutto mio al giornale. E state attenti ogni parola che stasera direte potrà essere usata contro di voi sulla rivista”
    “e dai bella avevi detto che quallo che ci saremmo detti stasera sarebbe rimasto tra noi”piagnucola agitato jake che ha appena confessato di aver mangiato a pranzo un hamburger e che il suo personal trainer non lo doveva venire a sapere.
    “eheheh allora non ti dirò che edward ha la patente di don giovanni”confesso emmett tra le risa e sorseggiando il sorbetto al limone.
    “Emmett”lo ammonisce edward.
    Mmm strano a dire il vero da quando lavoro per quella rivista se ne sentono di tutti i colori per ogni tipo di celebrità ,ma sulla vita intima di Edward Cullen niente…
    Avrà esagerato emmett, i giornali di gossip non mentono mai o per lo meno camuffano un po’ la verità.
    “vado a prendere qualcosa da bere”e mi dirigo in cucina per riprendere fiato.
    Mi piace troppo ,mi piace troppo.
    Calmati bella, non crearti false speranze
    Tornata in salotto e vedendo emmett e jake intenti a chiacchierare animatamente con alice, mi accorgo che edward non c’è più.
    “se ti stai chiedendo dov’è edward e fuori al balcone a fumare”credo che emmett legga nella mente.
    “alice l’ha sbattuto fuori perché non vuole che i suoi vestiti si impregnino di fumo”
    Mi dirigo con due bicchieri di prosecco sul balcone.
    “ehi”mi faccio notare.
    “ehi”risponde .mi ha notato.
    “pausa sigaretta?”
    “be il brutto vizio di fumare non riesco ancora a togliermelo…anzi stasera ho resistito. di solito tra un boccone e l’altro mi fumo una sigaretta”
    “strano…sulle riviste di gossip ti dipingono come il 28enne…”
    “ancora 27 grazie”mi corregge prontamente lui.
    “credevo che solo le donne ci tenessero all’età”lo schernisco.
    “comunque il punto è che ti hanno sempre dipinto come il ragazzo perfetto. che non fuma,non si droga,non beve…”
    “le riviste raccontano quello che i nostri manager vogliono. lì sopra non ci troverai mai il vero edward”
    “be potresti raccontarmelo tu chi è veramente Edward Cullen”lo incito ad aprirsi,ma il suo sopracciglio alzato mi suggerisce che non si è convinto.
    “chi mi dice che domani mattina non troverò un bell’articolo su di me?”
    Eravamo affacciati al balcone,appoggiati alla ringhiera e edward mi si era avvicinato pericolosamente per guardarmi dritto negli occhi.abbasso lo sguardo imbarazzata e decido di farlo aprire un po’.
    “e vabene tu fammi un paio di domande sul mio passato, sulla mia vita e dopo che io ti ho mostrato uno squarcio della mia vita toccherà a te”annuisce e subito si cimenta nelle domande.
    “quanti anni hai?”
    “ma non si può chiedere l’età ad una do…”
    ”come faccio ad aprirmi se non vuoi dirmi la verità”risponde strafottente. vuole incastrarmi.
    “24 compiuti a settembre”
    “perché ti sei allontanata così tanto da forks?”
    “è un piccolo paesino che non offre nessuna occasione sia lavorativa che affettiva”sospiro al ricordo.
    “ora sono curioso…che intendi con l’ultima frase?”
    “ecco ho avuto un solo ragazzo a forks,ci siamo incontrati al liceo e siamo rimasti insieme per tutti e cinque gli anni. nella mia città o ti trovi un ragazzo con cui passre il resto della tua vita oppure sei una sgualdrina o una zitella. be dopo il liceo volevo lasciarlo per andare al college e inseguire i miei sogni,ma Tayler- questo è il suo nome-non era per niente attento ai miei sogni cosi diffuse la notizia che sarei andata a lavorare con lui nell’impresa della sua famiglia e che naturalmente ci saremmo sposati. è cosi ottuso che ha capito che lo volevo lasciare solo quando sono salita sull’aereo per boston”
    ”sei andata cosi lontano per lui”
    “oddio no per me e per mio padre ,lui vuole grandi cose per me”
    “va bene ultima domanda…quindi è stato questo tayler l’ultimo che hai baciato?”
    “NO”urlo ridendo al solo pensiero che secondo lui non dovrei baciare da circa 5 anni. forse sarebbe stato meglio che mi fossi stata zitta. ora mi sta guardando con uno sguardo malizioso.
    “o-ora tocca a me”faccio un respiro profondo e comincio con le domande.
    “e dimmi tu come sei finito a new york?”
    “in realtà ci sono nato e che mi sono allontanato a causa del lavoro”ancora non riesce a sciogliersi un po’. è perso nei suoi ricordi fissando il vuoto di fronte a se.
    “sono il più piccolo della mia famiglia. ognuno dei membri è un’artista e invece io a 18 volevo ancora divertirmi ed è stato cosi che ho scoperto la passione per la recitazione”
    “posso farti una domanda forse un po’ indiscreta?”chiedo titubante.
    “spara”
    “ma ti piace seriamente essere un attore?”
    “sinceramente?”mi guarda dritto negli occhi.
    “non proprio è come dire…pesante. non posso portare una camicia fuori posto che subito vengo sbattuto in prima pagina senza parlare dei trucchi del mestiere che sono costretto ad imparare come creare un look di capelli spettinato che in realtà è ordinato”
    “già trovo difficile partecipare a tutti quegli eventi,avere qualcuno che ogni mattina magari ti pettina e ti porta la colazione”sdrammatizzo io.
    “vedendola da questo punto di vista la mia vita è un vero sballo”afferma serio per poi scoppiare insieme a me in una fragorosa risata.
    Ci siamo dimenticati degli altri in salotto. ci siamo dimenticati persino del freddo che infuria sul balcone.
    “bella devo dirti la verità non sei come tutte le ragazze che incontro”
    “modelle,attrici,soubrette?”
    “no vera,hai avuto problemi reali e sani. sei semplice ,ma allo stesso tempo misteriosa. hai un ottimo senso dell’umorismo e saresti capace se te lo chiedessi di intraprendere un discorso sulla mancanza di risorse rinnovabili sul pianeta”
    “mi stai dicendo che sono una ragazza intelligente?”
    “ti sto dicendo che sei una ragazza affascinante”
    Siamo tornati a guardarci negli occhi. i nostri corpi già prima erano vicini. braccia incrociate sulla ringhiera,i gomiti che si sfiorano e ora le nostre labbra che si avvicinano. quelle labbra piccole ,ma carnose vogliono baciare me.
    O meglio volevano.
    “ma che cazzo…”imprechiamo alluni sono dopo che la mia adorata vicina del piano di sopra ci ha buttato una secchiata di acqua fredda addosso.
    “non si fuma signorino”lo ammonisce la dolce quanto stronza e distruggi sogni vecchietta del piano superiore.
    Io ed edward ci guardiamo e scoppiamo a ridere,ci ha beccati in pieno e ora ci conviene proprio entrare se non vogliamo beccarci pure un malanno. forse anche la vecchia è una fan di edward cullen e voleva solo infrangere i miei sogni per averlo tutto per se.

    “ragazzi abbiamo deciso di fare un giro per qualche pub dato che è ancora presto,ma che diavolo vi è successo?”ci avvisa jake prima di guardarci con un sopracciglio alzato.
    “la vicina”rispondo con una scrollata di spalle.”ah già quella simpatica vecchietta “ride jake al ricordo del suo primo incontro con la signora Rottenmeier. No non è uno scherzo si chiama veramente cosi e come se non bastasse è stata una tata. ha una spetto austero come il suo carattere. non riesce proprio a sopportare me ed alice. dice che è indecente per due ragazze vivere insieme e far entrare in casa tutti gli uomini che vogliamo. il realtà tutti gli uomini si riducono a jasper,il fidanzato di alice. e allora la cara vecchietta ci fa tanti begli scherzi tipo ritirare la posta al posto nostro per poi lamentarsi con noi che paghiamo le bollette in ritardo;oppure chiederci qualche strano ingrediente indispensabile per le sue ricette e lamentarsi che non siamo delle brave donne di casa.il primo incontro tra jake e la signora Rottenmeier è stato comico. probabilmente lo aveva visto arrivare dalla finestra ,prima che bussasse alla mia porta lo raggiunse e gli fece un lungo discorso sulla promiscuità della mia casa,ma dato che jake era intenzionato ad entrare gli diede dei preservativi perché non si sa mai quale malattie io ed alice possiamo trasmettergli dato che siamo delle ragazze promiscue. certo è una vicina ficcanaso ,ma riserva lo stesso trattamento a coloro che sono al di sotto dei 35 anni nell’edificio perciò ci ridiamo semplicemente su.
    “volete perciò bere qualcosa da qualche parte”edward interrompe il flusso dei miei pensieri.
    “si la notte è ancora giovane divertiamoci”risponde emmett.
    “se non vi dispiace potete già avviarvi? Dateci il tempo di asciugarci e vi raggiungiamo”non potevamo certo uscire tutti bagnati.
    “ok fate presto prendiamo la macchina di jake”mi fa l’occhiolino alice prima di chiudersi la porta alle spalle.
    “vieni in bagno con me ti do degli asciugamani”gli mostro la strada per il bagno e prendo degli asciugamani puliti per asciugarsi i capelli,ma la sua maglia è completamente zuppa.
    “edward se non ti dispiace potresti darmi la tua maglia almeno tento di asciugarla un po’ copn il phon”solo il pensiero di lui a petto nudo mi fa diventare color rosso cardinale.
    “meno male che me lo hai chiesto me la volevo proprio togliere la t-shirt è fradicia e fredda”
    “già la simpaticona ci ha tirato una secchiata di acqua gelida”e mentre si toglie la maglia io mi riscaldo mettendo le mani sotto l’acqua bollente.
    “non vi deve proprio sopportare la vecchietta cos’è fate un sacco di festini?sesso droga e rock’n roll?”mi stava prendendo in giro alla grande. se la stava ridendo di gusto aveva capito benissimo che non ero una persona da festini.
    “la prossima volta se vuoi quando folleggio ti invito”e lo schizzo con l’acqua che ancora scorre dal rubinetto.
    “non ci riprovare”ma un altro schizzo lo prende in pieno in volto.
    “sei proprio una ragazzaccia,ma io sono molto peggio di te”non faccio in tempo a voltarmi che ha preso in mano la doccia e mi sta completamente inzuppando.
    “e-edwa…no…s-smettilaaa”cerco di afferrare il doccino,ma furbamente tende il braccio verso l’alto.sa che il mio metro e sessanta due non èpuò raggiungere il suo metro e ottantasette. allora prendo la prima cosa che trovo a portata di mano e gliela lancio contro.
    “NO”urla afferrandomi per il vestito e finendo tutti e due a terra.
    Petto contro petto.
    fronte contro fronte.
    naso contro naso.
    Io sopra di lui a cavalcioni.
    le sue mani sulla mia vita.
    E finalmente la sua bocca sulla mia.
    Non è un bacio gentile,ma aggressivo. volevamo baciarci già prima e la secchiata ha aumentato la nostra voglia. c’era già prima eccitazione nell’aria e ora noi non abbiamo intenzione di negarla.
    Con un braccio mi reggo mentre l’altro è arpionato ai suoi capelli fradici. un suo braccio invece mi circonda la vita e l’altro sprona la mia nuca ad avvicinarsi sempre più a lui e ad approfondire il bacio.
    “Dio …è da quando sono entrato in questa casa che volevo baciarti”ansima sul mio collo mentre lo bacia.”non c’è problema possiamo rimediare ora” ehi ma di chi è quella voce che ha parlato…la mia?
    Non sono mai stata cosi sfacciata in vita mia,neppure sul lavoro per questo all’inizio ero l’ultima ruota del carro. ma la mia sfacciataggine di prima non è nulla in confronto a quello che sto facendo ora.edward cercava di alzarmi la gonna,ma dato che i tulle si sono appiccicati alle gambe come una seconda pelle, mi sono scostata da lui per abbassare la zip del vestito.
    “ferma…quello voglio farlo io”mi sussurra con voce roca all’orecchio. mi abbassa la zip completamente,ma non mi toglie il vestito anzi bacia tutta la colonna vertebrale in tutta la sua lunghezza.
    “A-andiamo in c-camera da lettooo”ansimo quando mordicchia la base del collo.
    come un automa mi alzo e lo prendo per mano guidandolo verso la mia stanza.
    Non sono una ragazza che va aletto con il primo che incontra per strada. ma ho avuto le mie esperienze. be a dire il vero non molte due. la mia prima volta è stata con tayler ed è stata talmente traumatica che poco dopo sono partita per boston. no, non è stato violento è che…non è stato niente. non mi sono accorta né quando è iniziato né quando è finito l’atto. la seconda volta è stato con il porta lettere della rivista per cui lavoro. un bel ragazzo,forse anche troppo. tutta quella bellezza stanca. ci siamo visti un paio di volte,lo abbiamo fatto un paio di volte,lui è stato trasferito e io non l’ho più cercato. almeno mi ha lasciato un bel ricordo del sesso.
    Però con edward è diverso,mi piace troppo il che lo trovo un po’ un problema. ma anche se sarà solo una notte e via lo voglio fare,ma credo che forse ci vedremo qualche altra volta. lui è cosi dolce.
    non mi abbandonerebbe mai il giorno dopo senza neppure salutare.




    Entrati nella mia stanza mi afferra per la vita e ritorna a baciarmi con passione.
    sono completamente impazzita. non riesco più a controllare il mio corpo. lancio le scarpe da qualche parte nella stanza. salgo in piedi sul letto e mi sfilo,con un po’ di fatica il vestito. resta a guardarmi come paralizzato. Ero cosi euforica nel pomeriggio che ho voluto indossare un completino intimo di pizzo nero,balconcino e brasiliana. da paralisi per lui. da prurito per me.
    Mi afferra per i glutei e mi riavvicina di nuovo alle sue labbra. allaccio le mia gambe al suo bacino e con un colpo di reni lo istigo a buttarsi sul letto con me sotto e lui sopra.
    C’è vera e proprio frenesia. slaccia il mio reggiseno e comincia a baciarlo e morderlo scherzosamente.
    sbottono i suoi pantaloni e con le gambe cerco di farglieli scivolare via. torna sul mio collo e io strizzo una sua natica. mmm soda. sembriamo due assetati di fronte ad un’oasi nel deserto. è come se non facessimo sesso da anni. per me è vero,per lui non credo proprio. ma questa sua frenesia nei miei confronti mi piace. come mi piace il modo in cui mi tocca,mi accarezza mi bacia,mi guarda.
    è proprio una serata fantastica.

    Il risveglio dopo una notte di sesso selvaggio o dopo una sbornia è indifferente. ossa a pezzi e mal di testa. però nel caso del sesso il ricordo della notte prima allevia qualsiasi male. il vomito della sbornia no.
    È stata una nottata di puro fuoco. non c’è parte del mio corpo che non ha toccato e parte del suo corpo che io non ho sbirciato. allungo un braccio alla mia destra per augurargli un buongiorno e vederlo andare via dispiaciuta quando mi accorgo del vuoto al mio fianco. mi alzo di scatto, ricordandomi di essere nuda e perciò coprendomi subito.
    il mio fianco è vuoto.
    Ispeziono la stanza.
    I suoi vestiti non ci sono.
    Corro alla finestra e apro le tende.
    Niente. nessun messaggio,nessun biglietto.
    Mi risiedo sul letto incavolata e delusa. va bene, per lui sono una delle tante,ma almeno farsi vedere al risveglio?!
    Improvvisamente mi ricordo che jake mi ha dato il numero di cellulare di edward. scatto alla borsa e afferro il cellulare. non so precisamente cosa mi voglia sentir dire,probabilmente che non sono una stupida ragazzina ingenua.
    Trovo il numero e lo chiamo.
    “pronto?”
    “edward?”chiedo titubante.
    “no sono il suo manager con chi parlo”
    “ehm ieri mi sono vista con edward e lo cercavo. sono bella”
    “ah”risponde soltanto il mio interlocutore.
    “senta signorina l’avverto fin da subito che se vuole parlare con edward deve farlo tramite me e se lo vuole rivedere per altri motivi le garantisco che edward…non replica mai con la stessa partner”
    Gli chiudo il telefono in faccia indignata per avermi trattato da sgualdrina.
    immaginavo che edward fosse andato a letto con parecchie donne. sapevo che non avrebbe mai intrapreso una relazione con un’anonima ragazza come me,ma che fosse un puttaniere stronzo che non ha neppure le palle di dirti al risveglio ‘è stato bello ,ma addio’ proprio no.
    Gliela avrei fatta pagare non solo a nome mio ,ma anche di tutte quelle che sono state fregate come me.


     
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  9. Irene:-)
     
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    All'inizio ti illudi che tra loro possa esserci qualcosa e poi... puf! Ma forse solo il manager la pensa cosi.........?? chi lo sa.... scrivi scrivi scrivi!!!
     
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  10. Taide
     
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    Bello, aspetto il seguito
     
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    CAPITOLO 3 BASTARDO SENZA GLORIA

    Questa mattina arrivo in redazione più grintosa che mai, con un sorriso stampato in faccia e il passo deciso. Mike, vedendomi arrivare, fa capolino dalla sua scrivania.
    “Sei allegra stamattina?”. Sorride.
    “NO! PER NIENTE!”. Sbotto isterica. Mike non sorride più.
    “Ma sembri così al…”
    “ESATTO! SEMBRO! S-E-M-B-R-O! MA NON LO SONO!”. Mike mi guarda allibito, decide che forse è meglio star zitto per un po’ e riprende il suo lavoro.
    “Tira una brutta aria?”. La mia assistente mi raggiunge, un po’ intimidita, e mi porge alcuni fogli.
    “Si…”. Respiro più lentamente per calmarmi e guardo le carte che mi ha appena dato. Riguardano l’articolo che avevo iniziato a scrivere per il prossimo numero su James McAvoy. Jacob me lo ha presentato ad una premiere.
    “Tanya scusami, ma devi procurarmi altri documenti… Non preoccuparti, questi li tengo per il prossimo articolo, ma per questa settimana ho deciso di cambiare. Allora vediamo… Mi servirebbero immagini di…uomini. Si. Uomini con una tipica faccia da verme bastardo schifoso.” Socchiudo gli occhi in uno sguardo assassino. “Non credo sarà difficile, ce ne sono così tanti in giro.” Risatina isterica.
    “Bella…sei…sei sicura di stare bene?” Tanya mi guarda con apprensione.
    “Si! Certo! Benissimo! Ma starò meglio dopo che uscirà questo numero del giornale! A proposito, devi anche trovarmi…” Continuo a darle istruzioni sull’aspetto grafico dell’articolo con tono fermo e deciso. Alla fine, la congedo con un sorriso e lei si allontana preoccupata, forse, per la mia salute mentale. Dopo di che mi metto al lavoro al computer e inizio a scrivere dal nulla un nuovo pezzo per il prossimo numero. Ho meno di ventiquattro ore prima della consegna dell’articolo. Basteranno. Ho già tutto in testa…

    All’ora della pausa pranzo stacco finalmente mani e occhi dal pc. Intravedo Mike che si avvicina con cautela.
    “Oh andiamo, non ti mangio mica!” gli dico.
    “No?!” Mi guarda incerto.
    “Certo che no, non fare lo stupido!” Gli regalo il primo sorriso sincero della giornata e lui, più rilassato, mi raggiunge.
    “Andiamo a mangiare qualcosa insieme?” propongo.
    “Si volentieri. Quindi hai finito di scrivere l’articolo su McAvoy?”
    “No.” Rispondo con fare pratico, mentre ci avviamo verso un fast food nelle vicinanze. “Ne ho iniziato uno nuovo stamattina.” Mike apre e chiude gli occhi, incredulo. Sembra un lampione con due lampadine quasi fulminate. Così ha l’aria stupida, per la verità, e a me scappa una risata.
    “Che c’è?”
    “Sei pazza?!?! Non riuscirai a finirlo in tempo!”
    “L’ho già finito, invece!” Ecco che Mike riparte con il lampeggiamento degli occhi. Mi fingo indignata per la sua reazione. “Per chi mi hai preso? Ho una laurea in lettere, io!” Ridiamo insieme e ci sediamo ad un tavolo del fast food.
    “Su cosa lo hai scritto?” mi domanda incuriosito.
    “Aspetta e vedrai!”. Sorrido maliziosa e mi viene un’idea. “Mike, tu ti sei mai comportato male con una donna? Da vero bastardo?”
    “Bè…” si sposta sulla punta della sedia, poi si riappoggia alla spalliera ma dopo ritorna in avanti. È in evidente stato di disagio. Ho colpito nel segno! Gli uomini sono tutti uguali. Cerco di non assumere un’aria accusatoria.
    “Su, dai, la nostra amicizia certo non si sciuperà per questo! A me puoi dirlo! Non ti giudico!”
    “Come mai ci tieni così tanto a saperlo?”. Mike indaga.
    “Ehm… così… io… voglio solo sapere quello che passa nella testa a voi uomini.. per eventuali future esperienze…” Forse non ci crede, ma non lo dà a vedere. Fa un sospiro di rassegnazione.
    “Va bene… però… non raccontarlo in giro… Io… una volta ho tradito la mia ragazza con la sua peggior nemica…” Un classico alla rovescia. Mike nota la mia espressione indignata e cerca subito di scusarsi: “No no ma guarda… noi avevamo litigato… e poi è successo solo una volta… Ma scusa, non avevi detto che non mi avresti giudicato?”
    “Si Mike ma tradire una donna con la sua peggior nemica… e poi un tradimento è sempre un tradimento, con chicchessia!” Ecco qua. Gli uomini. Vabbè, se non altro questa confessione fornirà materiale succulento anche per il prossimo numero del giornale…Raccoglierò più testimonianze possibili, ovviamente mantenendo poi nell’anonimato le ragazze dirette interessate. Chiederei a Mike il numero di questa povera ragazza tradita per avere la sua versione dei fatti… ma non mi sembra il caso.
    “Bella ma che ti succede? Oggi sei strana… Sei venuta in ufficio con un sorriso enorme ma in realtà eri isterica, hai scritto su quel computer come una forsennata per 4 ore di fila, e adesso hai… quella faccia… non lo so, diabolica ma in certi momenti ti perdi nei tuoi pensieri e allora assumi un’aria triste.” Lo guardo, meravigliata. Non capisco come sia riuscito a fare un’analisi dettagliata di me in poco tempo. Voglio dire, per 4 ore siamo stati ognuno occupato con il suo lavoro, certo Mike non mi ha fissata ed analizzata per tutta la mattina. Forse gli uomini non sono poi tutti così uguali.
    “Mike sei davvero un caro ragazzo… Ma non devi preoccuparti per me. Sto bene.” Mi scruta attentamente.
    “Come vuoi. Ma se hai bisogno di parlare…”
    “Ok grazie. Lo apprezzo.” Sì, ho bisogno di parlare, ha ragione. Devo sfogarmi con qualcuno. Non che Mike non sia un buon amico, ma in questo momento sento il bisogno di Alice o Jake. Tutta la tristezza, che durante la mattinata ho cercato di scacciare via, adesso sembra minacciare di piombarmi addosso, accompagnata dall’umiliazione per essere stata trattata come una sgualdrina.
    “Mike scusami, prima di tornare al lavoro devo fare una telefonata. Ci rivediamo più tardi in redazione.”
    “Ok, non preoccuparti.” Mi guarda, ancora un po’ preoccupato, mentre mi allontano di qualche metro.
    Prendo il cellulare e chiamo Alice, sperando che sia ancora in pausa pranzo anche lei. Da quando hanno lasciato me e Edward da soli a casa, non ho più visto o sentito né lei né Jake. Probabilmente hanno intuito qualcosa e non hanno voluto disturbarci, tant’è che non hanno nemmeno provato a telefonare. Alice deve aver passato la notte da Jasper.
    “Bella? Sei tu?” Alice risponde alla chiamata raggiante. “Mio Dio, Bella, devi raccontarmi tutto! Non ho voluto chiamare per non disturbarti, però voglio sapere ogni minimo particolare, cioè forse non proprio ogni minimo particolare, però qualche dettaglio…” Alice parla come un bolide sparato a velocità supersonica, senza riprendere fiato. Devo fermare il suo entusiasmo.
    “Alice…ALICE! Taci per favore! Ascolta… io…” Non so da dove cominciare. Le lacrime mi escono improvvisamente e io non riesco a trattenerle, mi bagnano le guance e qualcuna cade sulla sciarpetta Burberry che Alice mi ha regalato lo scorso Natale. Vedi un po’ se per un bastardo devo rovinare pure una sciarpa firmata…



    “Tesoro che succede? Va tutto bene?” La voce all’altro capo del telefono lascia trasparire preoccupazione.
    “No Alice, veramente no…” riesco a dire tra i singhiozzi. “Lui… Edward… stamattina mi sono svegliata e… non l’ho più trovato… Se n’è andato, capisci? Senza un biglietto o altro! Ho provato a chiamarlo ma il suo agente non me l’ha passato, ed è stato abbastanza chiaro sulle sue abitudini con le donne! È UNO STRONZO!” Singhiozzo più forte, qualche passante si gira a guardarmi, ma non m’importa.
    “Oh… Bella… tesoro… non piangere… Magari lui se n’è andato così perché non voleva rogne con i paparazzi, si farà risentire…”
    “No Alice, davvero, non è così. Ti ho detto quello che mi ha riferito il suo agente…”
    “Oh Bella…” Sento una voce urlare dal telefono, distante da Alice. “Cazzo. ARRIVO PAPÀ! Bella, tesoro, ora devo lasciarti, però ne riparliamo stasera a casa, davanti ad una bella tazza di cioccolata calda fumante, ok? Non abbatterti, non vale la pena piangere per lui, d’accordo? Fatti forza e se hai bisogno chiamami, per qualunque cosa.”
    “Si… grazie Alice. A stasera.”
    Dopo aver chiuso la telefonata, mi prende l’impulso di chiamare Jake. Magari ha parlato con Edward. Anzi, forse no. Se l’avesse saputo, prima lo avrebbe sbranato, poi sarebbe corso da me o mi avrebbe almeno chiamata. Probabilmente anche lui, come Alice, vive nell’illusione che io abbia passato una fantastica nottata con Edward (il che è vero, in effetti) e che adesso stia gongolando nel ripensarci, con due cuoricini al posto degli occhi. La rabbia mi rimonta dentro.

    Dopo il lavoro io e Alice passiamo la serata insieme a casa, come promesso. Lei ha rinunciato ad uscire con Jasper per rimanere con me; è proprio una cara amica. Siamo sedute sul tappeto del salottino davanti ad una bella tazza stracolma della cioccolata calda che Alice ha appena preparato; la tv, tenuta a basso volume, trasmette un film in bianco e nero che noi in realtà non stiamo guardando. Ho raccontato per filo e per segno ad Alice la mia serata con Edward, le ho detto di come, al mattino, io non l’abbia più trovato e della telefonata con il suo agente. Alice sembra essere rimasta senza parole; nemmeno lei riesce più a trovare scuse per il comportamento di Edward.
    “Che verme bastardo schifoso!” esclama dopo un po’.
    “Già, l’ho detto anch’io.” Fisso la tv con sguardo vacuo. “Comunque… ho già preparato la mia vendetta. Sai, la rabbia che ho dentro mi dà anche la grinta per vendicarmi e reagire…!” In effetti è tutto il giorno che sono un po’ lunatica: passo dalla rabbia alla tristezza e poi di nuovo alla rabbia, con intermezzi di scatti isterici. Non credo di aver mai provato tanti sentimenti insieme in tutta la mia vita.
    “Bene! Che trattamento gli hai riservato?”
    Passo ad Alice l’articolo che ho scritto stamattina e che ho stampato apposta per farlo vedere a lei.
    “Tieni, leggi qua. Sei l’unica persona a cui lo dico in anteprima! Neanche Jake lo sa…” Alla fine ho deciso di non chiamarlo più. Nemmeno lui si è fatto sentire. In questi giorni è super-impegnato. E comunque lo verrà a sapere presto. Legge i miei articoli tutte le settimane.
    Alice legge il titolo ad alta voce: “Un vero bastardo: ecco il vero volto di Edward Cullen.” Mi guarda con un’espressione indecifrabile. “Gli rovini la reputazione?”
    “Si esatto! È l’unica arma che ho e intendo usarla al meglio. Il giornale esce tra due giorni. Tu che ne dici?”
    “Ti appoggio pienamente, è ovvio!” Mi sorride.
    “Perfetto, sapevo di poter contare su di te! Avanti, leggi!”
    Alice riprende a leggere ad alta voce il mio articolo:

    Voi, donne e ragazzine, che avete sempre pensato che Edward Cullen fosse l’uomo dei vostri sogni, il tanto agognato uomo perfetto, dovrete ricredervi. L’ormai famoso attore hollywoodiano, infatti, non è altro che uno dei tanti uomini infami, traditori ed egoisti che popolano il nostro mondo. Sappiamo da fonti attendibilissime che Edward Cullen è solito illudere qualsiasi ragazza gli capiti a tiro, farle credere di essere interessato a lei, solo ed esclusivamente per portarsela a letto, per poi abbandonarla alla prima occasione. E per “prima occasione” intendo “il mattino dopo”. Senza un biglietto o una qualche minima spiegazione del suo comportamento da vero bastardo. E non cercate di contattarlo dopo la prima notte perché non vi sentirete certo meglio: il suo agente sarà pronto a sottolinearvi quali sono le abitudini del sopraccitato uomo (se così può essere definito), vi dirà come lui non passi mai più di una notte con la stessa donna e come quindi sia inutile cercarlo. Edward Cullen è infatti talmente bastardo da non avere nemmeno il coraggio di affrontare di persona le sue “vittime” ma lascia questo compito al suo agente, come se questi non avesse di meglio da fare. Un “uomo” senza palle, dunque, di quelli ai quali augureresti i peggiori mali del mondo per quello che ti hanno fatto, di quelli che meriterebbero di restare impotenti a vita. Uno che dovrebbe subire le dieci piaghe d’Egitto una per una, e magari un’eventuale undicesima inventata appositamente per lui. Uno così dovrebbe essere sottoposto a tutte le pene dell’Inferno dantesco, girone per girone, per tutta l’eternità; oppure essere legato ad una roccia, in un luogo sperduto, con un corvo che gli mangia continuamente il fegato.

    Alice alza gli occhi dal foglio e mi guarda con espressione divertita. L’articolo continua con questo tono (e qualche parolaccia sparsa qua e là) per un bel po’. In certi punti ho esagerato un tantino, ingigantendo alcuni particolari, ma non m’importa: tutto è necessario per rovinare la reputazione di quel verme. Alice è arrivata alla fine del pezzo:

    Sicuramente molte di voi avranno incontrato “uomini” come lui, che vi hanno illuse, sfruttate e poi abbandonate senza troppi complimenti. Saremmo liete di raccogliere le vostre testimonianze ed eventualmente pubblicarle nei prossimi numeri, perché no, facendo anche nome e cognome del bastardo di turno, infangando in questo modo la sua reputazione, così che le donne stiano ben attente a girare al largo. Perché, alla fine, si è solo un… bastardo senza gloria!

    “Vedo che non hai intenzione di finirla qui!”
    “No, assolutamente!” rispondo, “sto già raccogliendo testimonianze per il prossimo numero, anche dalla voce diretta degli uomini che si sono macchiati di questo orrendo crimine…!” Scoppiamo a ridere.
    Alice si alza dal tappeto con le due tazze in mano.
    “Vado a preparare un'altra dose abbondante di cioccolata. È il miglior rimedio contro i mali d’amore!”
    “Ma qui la malata d’amore sono io! Tu non dovresti mangiare tutta questa cioccolata! Tra te e Jasper va a meraviglia.”
    Alice fa un gesto evasivo. “Che c’entra… che c’entra… La cioccolata è pur sempre…cioccolata, no?” Ridiamo. Alice è proprio adorabile.

    Un suono assordante mi sveglia con un soprassalto. Ci metto un po’ a capire che qualcuno mi sta chiamando al cellulare. Guardo il display. È Jake.
    “Pronto?” dico con voce gracchiante.
    “Bella? Stavi dormendo? Sono le 9.00! Non dovresti essere al lavoro?”
    “Oggi ho la mattinata libera… Cosa c’è?”
    “Bella, ho comprato il tuo giornale stamattina... Ma cosa diavolo è successo con Edward? Qui hai scritto delle cose… strane… Credevo che aveste passato una bella serata…”
    “Jake, la serata sarà stata pure bella sul momento, ma il risveglio no. Lui non ti ha detto niente? Nemmeno una parola?”
    “Bella, noi non parliamo delle nostre uscite con le donne…”
    “No e immagino che lui non ti abbia detto niente anche perché è un vigliacco. Lo uccideresti se sapessi cosa è successo.”
    “Ma COSA è successo? Non so se ho capito bene, ma… da quello che hai scritto qui… deduco che si sia comportato piuttosto male…”
    “Si esatto. Prendi quello che ho scritto e applicalo parola per parola a me. Ecco cosa è successo. Mi ha usata e se ne è andato, senza lasciare traccia.” Un attimo di silenzio, poi esplode.
    “Porca puttana! Che stronzo! Ma che razza di uomo è? Non doveva farti una cosa del genere! Approfittare del tuo interesse! Di te! Quando lo vedo io…”
    “NO!” Stringo il telefono nella mano, un po’ spaventata da quello che potrebbe succedere se lui si immischiasse. Rischierebbe di rovinare anche la propria reputazione. “Jake non fare niente di stupido, ti prego! Lascia stare!”
    “Ma…”
    “No, Jake. Niente “ma”. Gliela farò pagare, ma a modo mio.” Jacob rimane in silenzio per un po’.
    “Bella, ma tu stai… stai bene?” dice alla fine. Io sospiro.
    “No… no per niente. Ma passerà. Non è proprio l’uomo per me. A quanto pare non lo è per nessuna. Non vale la pena correre dietro ad uno così.”
    “Già… scusami, era una domanda stupida. Davvero, Bella, non lo credevo un tipo del genere. Non avrei mai pensato che si potesse comportare così. Con te, poi! Sa bene quanto io tenga a te! È come se avesse fatto anche a me un torto!”
    Sono un po’ commossa da queste parole; in un momento così ho bisogno di sentirmi dire certe cose. Mi scappa un sorriso.
    “Jake, io… ti voglio bene, lo sai, ma tu stanne fuori, d’accordo? Continua a non parlarne, con Edward, comportati come se niente sia successo. Concentrati sulla tua carriera.” Jacob non risponde nulla. Dopo un po’ mi saluta e chiudiamo la chiamata. Spero davvero che non si immischi.
    Visto che la chiamata di Jacob mi ha ormai svegliata, mi alzo dal letto e vado in cucina per fare colazione. Sul forno trovo un biglietto. È di Alice.

    Nel forno ci sono due cornetti: uno al cioccolato e uno alla crema. Non sapevo quale avresti preferito stamattina! Se vuoi il mio consiglio, mangiali entrambi! Un bacione.
    Alice




    Alice crede fermamente che grassi e calorie guariscano le “ferite del cuore” e aumentino la serotonina. Da parte mia, penso che la settimana prossima sarò già diventata una balena e la mia serotonina scenderà non appena mi guarderò allo specchio… Ma si, che mi importa! Seguirò il consiglio di Alice: mangerò entrambi i cornetti! A cominciare da quello al cioccolato!
    Mentre sono a metà del secondo cornetto, ricevo un’altra chiamata sul cellulare. È un numero che non conosco. Rispondo lo stesso, magari è qualcuno dalla redazione.
    “Pronto?”
    “Bella, sei tu vero?” Oh mio Dio, non ci credo. Che bel coraggio, non ha nemmeno chiamato dal suo numero.
    “Bella ci sei? Sono Edward.” Si, l’avevo capito…
    “Si, ci sono.” Rispondo con tono secco. “Cosa diavolo vuoi?”
    “Ehi, non rivolgerti a me con quel tono!”
    “Cosa?! È il colmo, quest…” Mi interrompe.
    “Comunque il problema è un altro, al momento. Ho scoperto quello che hai scritto su di me su quel tuo fottutissimo giornale! Come ti è venuto in mente, hai scritto una marea di cazzate! Potrei anche denunciarti!”
    Nonostante tutto, mi viene da ridere. “Denunciarmi?! Ti ricordi che vivo con Alice, vero? E che suo padre è uno dei migliori legali esistenti sulla faccia della terra? Piuttosto, fai una chiacchierata con il tuo agente, che è stato così gentile da informarmi sulle tue abitudini sessuali! Sei solo un vigliacco! Sfrutti le persone per tuo interesse personale, non ti curi dei loro sentimenti, hai anche la faccia tosta di chiamarmi e minacciarmi! Però, complimenti!” Sono furiosa. Ma come si permette?!
    “Sei un egoista!” Continuo. “Un infame! Un bastardo!” Gli sto urlando contro tutta la mia rabbia. Ad un certo punto mi accorgo che sono scattata in piedi e che ho il respiro affannoso. Edward ha ascoltato in silenzio i miei insulti ma non credo che l’abbiano scalfito in qualche modo. Infatti, quando riprende a parlare, lo fa con il tono sfacciato di sempre, e la cosa mi innervosisce ancora di più.
    “Tu pensi di sapere tutto di me, di conoscermi? Bè, ti dimostrerò che sbagli.”
    “Ah si? E come? Facendo opere di bene?”
    Ride. Quel bastardo! Ride! Cosa mi tocca sopportare!
    “Più o meno. Facciamo una scommessa.”
    “No, senti, non ho tempo da perdere con te!”
    “Nono, concedimi questa possibilità.” E’ divertito. “Dammi un mese. Noi ci frequentiamo in questo periodo di tempo, come due persone normali. Se alla fine la tua opinione su di me rimane la stessa, ti tieni il tuo articolo e potrai scrivere quello che vorrai sul mio conto. Io non mi opporrò. Ma” fa una pausa “se io riuscirò a dimostrarti che sono l’esatto contrario di quello che ora pensi, cosa che certamente accadrà, dovrai rimangiarti tutto pubblicamente.”
    È una sfida. Bene. Come vuole, accetto.
    “Perfetto. Ci sto. Sono proprio curiosa di vedere cosa farai per farmi cambiare idea. Ti avverto, sarà difficile.”
    Ride di nuovo di gusto. “Bella, io avverto te: stai attenta, perché potresti finire con l’innamorarti di me…”
    Questa volta sono io a ridere. “Cosa?! Mio Dio, Edward, vedi che ho ragione? Sei solo un povero egoista!”
    “Attenta Bella, non si gioca con il fuoco...!”
    Basta. Non lo sopporto più. Gli chiudo il telefono in faccia. Che sfacciataggine. Io, innamorarmi di lui?! Dopo quello che mi ha fatto?! È assurdo!

     
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  12. Irene:-)
     
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    Innamorarmi di lui.....??
    le ultime parole famose.., XD grande!
     
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