I MIEI Promessi Vampiri

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  1. Irene:-)
     
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    Okkei Cambio di programma. Niente PROMESSI VAMPIRI. Storia mia. ^^ Questo è solo l'inizio,non siate troppo cattive....

    Dove c'è la riga vuota è xk nn so ke nome mettere.... XP

    CAPITOLO 1

    E’ arrivato il primo giorno di prima superiore. Sono anni che aspetto questo momento.
    Quella mattina mi svegliai prestissimo,molto prima della sveglia,che tutti i giorni suonava puntuale con le note di Someone like you di Adele.
    Mi preparai con tranquillità,sorridendo fra me per la fortuna di aver trovato il bagno libero. Prima di uscire salutai al volo i miei genitori,ancora a letto, e mi incamminai.
    Come sempre andai a scuola con Diana, la mia migliore amica che aveva scelto la mia stessa strada:il liceo classico.
    Diana è una ragazza abbastanza alta,magra,con i capelli castani lisci che le arrivano a metà schiena. Ha gli occhi verde smeraldo con pagliuzze dorate. I tratti del viso confermano le sue origini. I suoi genitori sono albanesi e lei è nata lì. Dopo un anno dalla sua nascita si sono trasferiti in Italia. Suo padre è un geometra,la madre fa la dentista. E’ una ragazza allegra, ma molto paziente, razionale,intelligente e matura. Non si lascia turbare da niente,sembra la calma fatta persona. E’ molto onesta e un’amica leale. Non parla mai male di nessuno e cerca di vedere il lato buono delle cose. Anche lei è bravissima a scuola.
    Io invece mi chiamo Emily _________. Ancora non mi hanno spiegato perché ho un nome e un cognome americano,anche se sono fiorentina.
    Sono alta e snella e ho i capelli color rame lisci che mi arrivano sotto la vita. I miei occhi celesti, sempre vigili, tradiscono le mie emozioni.
    Come lei sono allegra, matura,intelligente,però sono impulsiva e non riesco a star ferma. Ho bisogno di agire,altrimenti attacco a chiacchierare.
    -Buon giorno! Oggi è arrivato il momento che temevamo ,purtroppo- mi disse a mo’ di saluto Diana
    -Ciao! Lasciamo fare,è?- conclusi e iniziammo ad andare. Ero contenta di vederla, ma le risparmiai l’interrogatorio post-vacanze,perché glielo avevo già fatto due giorni prima.

    Prima che l’autobus arrivasse,ci guardammo intorno osservando quelli che probabilmente sarebbero diventati i nostri futuri compagni di classe.
    C’erano numerosi ragazzi,apparentemente della nostra età,che aspettavano in silenzio con le cuffie nelle orecchie,o col cellulare in mano. Una ragazza non la smetteva di controllare che nello zaino ci fosse ancora tutto!
    Fortunatamente la scuola,anche se in centro,risultava abbastanza vicina:solo dieci minuti di autobus. Quindi prendemmo posto.
    – Spero tanto di incontrare qualcuno di speciale,quest’anno. Magari è la volta buona che mi trovo un ragazzo!- scherzai per smorzare la tensione.
    -Si certo. Al primo sguardo vi innamorerete perdutamente l’uno dell’altra,e sarete inseparabili. Ovviamente sarà bello,maturo,intelligente … Ho scordato qualcosa?- ribatté sarcastica.
    -Sì: ricco!- dissi e scoppiammo a ridere.
    Accanto a noi si sedette la ragazza nervosa. Aveva la faccia un po’ strana, sembrava spaventata. Sottovoce mi presentai.
    – Ciao,io sono Emily e lei è Diana. Probabilmente saremo nella stessa scuola. Tu come ti chiami? – Quando capì che mi stavo rivolgendo a lei sembrò sorpresa,quindi impiegò un po’ per rispondermi. Nel frattempo Diana si era girata verso di lei.
    -Io sono Angela. Mi farebbe piacere essere in classe vostra. E’ così evidente che sono anche io al primo anno?- chiese guardandosi intorno. Aveva un accento strano, come se provenisse da un’altra città.
    -Non preoccuparti,siamo tutti spaventati. E’ normale. Da dove vieni?- chiese Diana e io le sorrisi per incoraggiarla. Poverina era terrorizzata. Forse si era appena trasferita.
    -Sono arrivata quest’estate dalla Puglia. Mio padre ha ottenuto un trasferimento,e adesso gli hanno affidato la direzione dell’ufficio che ha sede qua.- concluse.
    -Ok. Se hai bisogno di una mano,non esitare a chiedere!- le assicurai. A quel punto scendemmo.

    Eravamo un po’ in anticipo perché avevamo preso l’autobus delle sette e trenta,ma poco dopo arrivarono tutti gli altri,alla spicciolata. Suonò la campanella.
    Prima di entrare osservai i miei compagni. Quelli più grandi stavano in gruppo,nella zona delle scale. Quelli nuovi,come noi,erano ognuno per conto proprio,nelle zone più periferiche dell’entrata. Ci avviammo.
    Era l’ora. L’anno era ufficialmente iniziato,e cosi la mia paura crebbe. Perché dovevo entrare nel panico all’inizio di ogni cosa?Di solito sono calma finché non si arriva al punto,e poi BUM! Mi spavento tutta insieme. Stritolai la mano della mia amica prima di varcare la soglia della nuova scuola,per iniziare una nuova vita.

    CAPITOLO 2

    La scuola era un edificio antico ma molto elegante. Sembrava un castello, tipo
    Hogwarts, e questo la metteva in contrasto con la nostra idea di scuola pubblica.
    Appena entrammo, scovammo la nostra classe: 1 E.
    -In che classe sei,allora?-mi informai guardando Angela.
    -Prima D … peccato. Mi sarebbe piaciuto conoscere almeno due persone. Ci vediamo a ricreazione?-
    -Certo!A dopo!-
    Guardai gli altri compagni. C’erano dieci maschi e dodici femmine. Tutti erano divisi a coppie,e scrutavano gli altri.
    In silenzio prendemmo posto in attesa dell’insegnante.
    Entrò in classe puntualissima,con cinque libri di almeno quattrocento pagine l’uno in mano. Era una donna alta,sulla cinquantina,con i capelli castano-grigi legati in uno chignon. Aveva la gobba e l’erre moscia,con un aspetto severo,da non contraddire.
    Iniziò la lezione.
    -Buongiorno ragazzi. Sono la professoressa Georgia Gorgone,e vi insegnerò lingua e letteratura greca. Non è una materia semplice,quindi vi consiglierei di studiare perché non ammetto gli scansafatiche. Chi non fa i compiti per più di due volte di fila si beccherà una punizione. Accetto volontari alle interrogazioni e ODIO i ritardatari.- così dicendo mise subito le cose in chiaro e iniziò l’appello. A quel punto sentimmo bussare ed entrò un ragazzo.
    Era alto,magro, e sembrava muscoloso. Capelli castano scuro,quasi neri. Aveva gli occhi blu,che sotto la luce sembravano degli zaffiri. Era bellissimo. Quasi tutte le ragazze gli sbavavano dietro mentre prendeva posto, scusandosi: -Buongiorno,scusi il ritardo, profe - Non sembrava dispiaciuto,anzi. Aveva un accento strano, quasi americano.
    -Ritieni corretto arrivare in ritardo il primo giorno di lezione? Siediti accanto a quella ragazza coi capelli rossi e non fiatare.-
    Oddio,non mi ero resa conto che si riferiva a me. Quando lo vidi sedersi al mio fianco,arrossii. Non so perché, ma mi sentivo strana in sua presenza. Come se lo avessi già incontrato.
    Nel frattempo mi guardava e io ricambiavo le sue occhiate. Le altre mi squadravano.
    La profe riprese il discorso –Come dicevo NON sopporto i ritardatari!-
    Però il nuovo arrivato non sembrava imbarazzato per il commento dell’insegnante. Non gli importava. Se fosse successo a me, mi sarei sotterrata …
    Mentre spiegava,mi occorse tutto il mio autocontrollo per ascoltarla e distogliere l’attenzione da lui. Da dietro mi arrivò un bigliettino. Proveniva da una ragazza strana: aveva i capelli rasta,non so quanti kili di trucco,orecchini e piercing a sfare,lo smalto e i vestiti neri. Non proprio affidabile. Lo aprii e lessi :

    Non ti azzardare a provarci con lui. E’ mio!!

    Ora avevo la conferma che quella era pazza. Le risposi velocemente:

    Intanto ciao. E poi non ci sto provando con nessuno. Non è colpa mia se mi fissa. Fatti vedere da uno bravo,fidati. Comunque un po’ di valeriana non ti farebbe male … senza offesa :D

    Lo appallottolai e glielo resi.

    Che cosa è la valeriana?

    La guardai scuotendo la testa e sillabai le parole: lascia perdere …

    La mattinata andò così,passammo da un insegnante all’altro,ognuno con la propria materia. Dopo due lunghe ore di greco,arrivò l’ora di storia dell’arte. Ci fecero osservare gli affreschi che adornavano le pareti della scuola,facendoci fare anche un giro turistico di tutte le aule. All’intervallo non potemmo parlare con Angela poiché la Gorgone ci trattenne per tutto il tempo,quella strega. Già non la sopportavo. Aveva passato tutta la lezione a dettarci un testo tratto dall’Iliade,senza soffermarsi per farci capire qualcosa o spiegare. L’ultima ora la passammo in auditorium,con la preside che ci parlò delle regole della scuola dopo averci fatto conoscere anche gli altri insegnanti. Non ha potuto farlo prima,perché la Gorgone non voleva rinunciare alle sue lezioni.
    In compenso conoscemmo meglio anche altre tre ragazze. Prima non le avevamo notate perché stavano in disparte, ma poi si avvicinarono loro. Erano: Ginevra,con i capelli lisci,corti e neri a ciocche fucsia e gli occhi verdi; Sarah, aveva i capelli castani, lunghi,lisci ed era di corporatura esile;e poi Sofia,la più alta delle tre,capelli biondi ricci,corti.
    -Allora cosa ne pensate?- Ci chiese la prima .
    -Pensavo peggio … - disse Sarah. E tutte concordammo con lei.
    All’ultima campanella,mentre ci avviavamo verso l’uscita,mi sentii toccare una spalla da una mano caldissima. Stavo chiacchierando con le altre e Angela,perciò sobbalzai e mi voltai.
    Era lui! -Volevo salutarti prima di andare,e dirti di comunicare ai tuoi genitori che per venerdì sera è tutto a posto. Vi passerò a prendere alle 20 in punto- detto questo girò i tacchi e se ne andò
    -Ma è normale quello? Non so neanche il suo nome!-commentai confusa,scuotendo la testa.
    -Sei sicura di non conoscerlo Em? Forse non te ne ricordi,ma vi siete già incontrati?-
    ipotizzò Diana che come al solito cercava una spiegazione logica.
    -Non lo so,insomma me ne ricorderei,no?Un tipo così non si scorda facilmente- Le risposi,arrossendo senza conoscerne il motivo,mentre le altre ridacchiavano.
    Tornammo a casa,ognuna immersa nei propri pensieri

    CAPITOLO 3

    Provai a fare mente locale per vedere se magari fossi riuscita a ricordare di averlo già incontrato: niente,vuoto totale.
    Dopo pranzo finii velocemente i pochi compiti che ci avevano dato il primo giorno di scuola. Poi, per evitare di pensare a quel misterioso ragazzo dagli occhi oceanici,iniziai a leggere un po’. Scelsi una lettura leggera:Promessi Vampiri. E mi persi nella storia...
    Succedeva sempre così. Quando un libro mi piace davvero,mi immedesimo nel personaggio e tutta la realtà sparisce temporaneamente.
    Leggere è una delle mie passioni,anche se non è molto comune fra i ragazzi. Possiedo moltissimi libri,che rileggo continuamente. A volte,quando iniziavo a sognare ad occhi aperti,mi immaginavo che sarei diventata scrittrice. Avrei fatto innamorare altri giovani alla lettura,come i miei autori preferiti hanno fatto con me: Stephenie Meyer, Lisa Jane Smith, Lauren Kate, Beth Fantaskey, J. K. Rowling,Kerstin Gier e tutti gli altri …

    Quando tornò mamma ero ancora lì.
    _______,mia madre, è una maestra di italiano. Ha i capelli biondo scuro, ricci e gli occhi verdi . Non è altissima,ed è magra. Abbiamo il carattere simile,ma con molte differenze.____________, mio padre,invece è alto, e ha i capelli e gli occhi castani. Possiede una ditta edile di muratura. Devo capire da chi ho preso i capelli rossi…
    - Em sono a casa!- mi gridò dal corridoio
    -Ciao mà!- le urlai anche io,e tornai a leggere. Ero indecisa se dirle o no di oggi, ma poi decisi di lasciar fare,e parlarne prima con lui, per chiarirci.
    Mi cascò l’occhio sull’orologio,che indossavo sempre.
    Era tardissimo,dovevo prepararmi per andare a danza. Ormai erano più di nove anni che seguivo la solita routine. Comunque mi piaceva molto. Avevo anche delle amiche là : Isabelle e Greta, maggiormente, ma anche Elena e Selena, Melissa e Virginia . Isabelle, che tutte chiamiamo Isa, è una ragazza molto allegra,senza gelosie. E’ molto matura e di compagnia. Ha i capelli ricci,nerissimi,e gli occhi marrone chiaro;Greta è la più divertente. Ha sempre la battuta pronta per tirarti su di morale o passare una bella giornata. Per certi aspetti è molto simile a Isa. Ha i capelli castani lisci, e gli occhi dello stesso colore.
    Elena è la più grande,ha un anno più di noi. E’ un po’ taciturna, ma non triste. Anche lei ha i capelli castani,ma sono mossi.
    Selena è una mia coetanea e va al liceo linguistico. Ha i capelli corti,neri e gli occhi verdi. Sembra timida,ma quando la conosci cambi opinione.
    Invece Melissa e Virginia,anche se ultime arrivate,sono diventate da subito nostre amiche. Sono entrambe molto simpatiche e divertenti,di compagnia come le altre. La prima ha i capelli lisci a caschetto,biondi;la seconda li ha neri,un po’ più lunghi. Hanno la stessa età di Elena .
    Passammo una bella lezione. Era una delle prime dell’anno, quindi fu più dura del solito,poiché il nostro fisico doveva riprendere l’allenamento.
    Facemmo la sbarra, il centro,la diagonale e le punte. Infine stretching.
    La scuola in cui andiamo è diventata la mia seconda casa. Passo lì tutti i pomeriggi della settimana,dal lunedì al venerdì. Gli insegnanti mi hanno vista crescere, passare dall’infanzia all’adolescenza,come genitori improvvisati. Ogni anno facciamo un saggio e un esame. La parte che temiamo maggiormente.
    Una volta a casa,passai la serata normalmente, a leggere.

    Il giorno dopo decisi di intercettarlo prima che scappasse nuovamente. Appena arrivammo lo vidi sui gradini d’ingresso intento ad ascoltare l’i-pod. Mi avvicinai.
    -Buongiorno! - Gridai nel suo orecchio per farmi sentire -Dobbiamo parlare- aggiunsi mentre si toglieva le cuffie e si alzava.
    -Che c’è?- mi chiese sorridendo -Qualcosa non va?- scherzò
    -No,ma dai?! Ci conosciamo da cinque ore,non so il tuo nome,e mi vieni a dire: Per venerdì tutto a posto,vi vengo a prendere alle 20 con quel tuo tono da superiore. Ti sembra normale? A me no- finii,e aspettando una risposta mi guardai le unghie.
    -Senti se i tuoi non ti hanno detto niente,non sono affari miei. Loro mi conoscono,
    quindi chiedili spiegazioni! E … per la cronaca,il mio nome è Nicholas,ma puoi chiamarmi Nick - concluse con una punta di ironia.
    Voleva fare il ganzino è? Bene. Fece per andarsene ma lo bloccai. Perché doveva andare via ogni volta che gli chiedevo qualcosa?
    A quel punto,però,il braccio con cui lo avevo stretto si ritrovò in una strana posizione: era riuscito a rigirarmelo dietro la schiena,facendomi voltare.
    -Ehi che fai?! Sai che potevo benissimo romperti il braccio?- chiese guardandomi come se fossi impazzita e liberandomi dalla sua stretta
    - Non puoi girare i tacchi ogni volta che parliamo!- gli urlai arrabbiata,ma ancora stordita dalla sua reazione
    -Ok,ok rilassati. Non scappo mica- mi assicurò
    -A me sembra di sì- ribattei.
    -Che vuoi sapere?- si informò sedendosi e mi fece segno di mettermi accanto a lui. Mi sedetti.
    -Come fai a conoscere i miei genitori? Da dove vieni? Chi sei?- sparavo domande a raffica, senza dargli il tempo di rispondere
    -Una domanda per volta,grazie! Allora:Vengo da New York,sono chi ti ho detto di essere,e i tuoi mi conoscono da quando sono nato. Hanno vissuto là per un po’;è li che ti hanno conosciuta- spiegò fissandomi
    -Dove sono nata, intendi? Anche se sapevo di aver sempre vissuto qui, e anche loro... Stai dicendo che sono stata adottata?!? - aggiunsi sovrappensiero .
    -Mi dispiace,ma dovrai affrontare l’argomento in famiglia. Non ho il diritto di dirtelo- disse e mentre parlava, sembrava dispiaciuto. Sentii la campanella.
    -Va bene,ne riparliamo dopo. Ci vediamo dentro.- lo congedai e raggiunsi le mie amiche. Presi Diana per un braccio e dissi -Ciao ragazze! Come va? Scusate la rapisco un attimo- le salutai sorridendo,nervosa. Mi allontanai con lei e le sussurrai nell’orecchio -Devo dirti una cosa-.

    CAPITOLO 4

    Le raccontai tutto.
    - Che posso fare? Insomma mi sembrava sincero ma..- lasciai la frase a metà non sapendo come concluderla. -ma ciò che mi ha detto non può essere vero!- sbottai all’improvviso. Come avrebbe fatto a esserlo? I miei genitori, conoscendomi, me lo avrebbero fatto sapere, no?
    Rimase zitta per un attimo,infine mi disse -Sai cosa? Sabato usciamo. Così ti distrai un po’. E’ da tanto che penso ad un’uscita in piscina!-
    -Si!Volentieri!Magari potremmo chiedere anche alle altre,e ad Angela! - Ne avevo davvero bisogno. Suonò la campanella.
    Prima lezione: Storia.

    Appena entrammo l’insegnante era già in classe seduto alla cattedra. Aveva un aspetto giovanile e simpatico,strano per un professore di liceo.
    -Buongiorno ragazze. Appena arriveranno tutti inizieremo. Oggi faremo una lezione con video. Invece di ripassare le ultime cose dell’anno scorso dandovi da studiare numerose paginate(che poi non studierà nessuno) e vi farò vedere questo filmato- ci spiegò .Già mi piaceva. Pratico, simpatico. Perché non erano tutti così?!?Poco dopo Iniziò l’appello. Strano ma vero, Nicholas era già in classe,seduto accanto a me. Partì il film. Sembrava interessante,anche se più di un film era un documentario. Spezzoni di vari documentari che parlavano dell’Unità d’Italia e delle Guerre Mondiali. Non riuscimmo a finire,quindi anche la volta successiva ci saremmo rilassati. Il sollievo era palese.
    -Pensi che sia stata adottata?-chiesi a Nick alla fine dell’ora, prima che arrivasse l’insegnante di Matematica
    -Non è ciò che ho detto. Chiedi ai tuoi. E deduco che tu non abbia parlato loro di venerdì-ipotizzò
    -No- dissi,e iniziai a guardare ovunque tranne che verso di lui. Avevamo attirato l’attenzione di tutta la classe,così iniziammo a sussurrare. Solo Diana poteva sentirci e mi andava bene,tanto le avevo già confidato tutto.
    -Perché non vuoi farlo?- insistette
    -Che ti importa?- ribattei. Non volevo essere scortese,ma mi irritava.
    -Lo sai che mi interessa,e conosci anche il motivo. Dovrò sapere se venire a prendervi o no,non credi? - mi fece notare, sempre sorridente,come se stessimo parlando del tempo. Sbuffai.
    A quel punto entrò il professore . – ‘Giorno ragazzi-
    - ’Giorno- rispondemmo annoiati. – Era un uomo anziano,più sui sessanta che sui cinquant’anni. I capelli si erano ritirati fino a lasciare un’isola vuota sulla sua testa. Portava gli occhiali,grossi, che gli ingrandivano gli occhi marroni.
    -Io non so cosa avete fatto alle medie,cosa sapete e quanto siete bravi;non mi interessa. Si riparte da capo. Per precauzione ripasseremo le tabelline- al nostro sguardo sbigottito sorrise -Calma,scherzavo! Faremo le equazioni- così dicendo passammo due ore a risolvere quelle strane operazioni ricche di lettere.

    Era finita anche quella giornata. Come passava il tempo … mi sembra ieri l’ultimo giorno di terza media. Ricco di pianti. Con l’incombenza dell’esame a ricordarci che avevamo ancora un mese, prima di salutarci definitivamente.
    Il resto del gruppo ci raggiunse mentre raccoglievamo le nostre cose.
    -Vi è tornata la terza?- Chiese Sofia.
    -Quella no. Come fa -3+5 a fare +4?- le risposi.
    -Infatti. Penso che abbia sbagliato lui. Adoro quando sono i professori a sbagliare. E’ una piccola vittoria personale!- s’intromise Ginevra.

    - Em,oggi devo andare dalla nonna quindi non posso tornare a casa con te. - disse
    preoccupata Diana
    -Non ti preoccupare, vado da me- le risposi,tanto non era un problema.
    -Sicura? Mi dispiace,avrei dovuto dirtelo prima- si scusò lei
    -Ma scherzi? Pensi che mi arrabbierei per questo?- ci sorridemmo.
    -Se posso intromettermi. Mi concederesti l’onore di farti compagnia per la strada di ritorno?- disse una voce troppo familiare.
    Guardai stupita la mia amica,che annuì energicamente –Ehm … va bene. Se per te non è un problema..- ma cosa ho fatto?
    Detto questo iniziammo a camminare. Per una volta avrei rinunciato all’autobus.

    Volli rompere il ghiaccio arrivando subito al punto.
    -Tornando al discorso di prima … Come puoi pretendere che mi beva la tua storiella senza altre spiegazioni ?Non mi interessa se sei bellissimo e tutto il resto,io voglio la verità. Mi hai quasi rotto il braccio solo perché ti ho sfiorato!-iniziai,accorgendomi troppo tardi di ciò che avevo appena detto.
    -Non posso essere io a dirtela,lo vuoi capire?!- Ecco, adesso lo avevo fatto arrabbiare.
    -Ma perché? Almeno questo puoi dirlo o no?-
    -Devi venirlo a sapere da persone di cui ti fidi,e che hanno la facoltà di farlo- detto questo,terminò. Riprese a parlare dopo pochi secondi di imbarazzante silenzio.
    -Possiamo cambiare argomento? Non ho deciso di accompagnarti per litigare,ma per conoscerci meglio- propose,calmandosi pian piano.
    -Comunque io mi fido di te,anche se non ha senso,visto che ti conosco da un paio di giorni ... -dissi a un tratto. Dopo una pausa, mi pentii di averlo detto, e aggiunsi
    -Anche io vorrei conoscerti meglio,ma devi capire che ciò che mi hai detto mi ha sorpresa . Cosa vuoi sapere? - gli chiesi, anche se avevo in mente delle domande.
    -Qualcosa su di te, anche stupida. I tuoi libri e film preferiti,il colore che ti piace di più, le tue amicizie ,i tuoi hobby … - Detto questo, iniziò a farmi tantissime domande,sui miei gusti, la mia famiglia …
    -Basta per oggi,per favore!- lo pregai -Adesso sta a me- aggiunsi -Parlami un po’ della tua storia. Dici di venire da New York,ma dove sono i tuoi genitori? Hai fratelli o sorelle? Amici? Perché sei venuto a Firenze?- chiesi
    -Mi sembra giusto dirti tutto,almeno su di me. Però è meglio che ti siedi; non hai fretta vero?- domandò serio. Guardai l’ora: erano le 12,15. Sì avevo tempo. Intravidi un giardinetto e lo guidai lì,prendendolo per mano senza pensarci,come se lo facessi da sempre, per sederci su una panchina all’ombra.
    -Allora .Come già sai,sono nato a New York. I miei genitori erano Daniel e Meredith ________. Sono morti quando avevo un anno. Da lì sono stato affidato a varie famiglie,ma non mi sono mai trovato a mio agio come con i tuoi genitori. Sono stato in affidamento anche da loro per un lungo periodo di tempo,il più felice della mia vita. L’unico in cui sono riuscito a rimanere nella stessa città per un po’. Non puoi ricordartene,ma non è colpa tua.- Sorrise e prima che proseguisse lo abbracciai. Così,senza pensarci. Avevo gli occhi lucidi. Mi venne naturale e mi sorpresi da sola. Quando mi resi conto di cosa avevo fatto,arrossii violentemente e mi allontanai. Ecco spiegato come mai pensavo di conoscerlo .-Scusa,non volevo. Non l’ho fatto app … - cercavo di giustificare il mio comportamento,ma non me lo permise. Invece mi posò un dito sulle labbra e mi riprese tra le braccia. Continuò a parlare mentre io cercavo di asciugarmi le lacrime. -Infine,quando ormai avevo raggiunto i dieci anni,il tutore dell’epoca mi spedì in un collegio. Lì sono rimasto fino ad ora. I tuoi genitori mi hanno contattato,perché pensavano fosse giunto il momento di incontrarci.-

    Capitolo 5

    - Sai che questa storia sembra più la trama di un romanzo?- commentai, guardandolo negli occhi.
    -In effetti non hai tutti i torti. Non è molto verosimile,e stenterei a crederci anche io se non l’avessi vissuta in prima persona.- Rispose sorridendomi,mentre giocava con i miei capelli. I suoi risplendevano,nonostante la poca luce che le foglie facevano entrare. Anche i suoi occhi erano più belli,per quanto fosse possibile. Sembravano trasparenti,come quando metti qualcosa di vetro colorato alla luce,e ci guardi attraverso. –Allora, hanno voluto farci incontrare perché … -
    -Perché ti ritenevano abbastanza grande per metterti a conoscenza della tua storia.-
    -Ok. - Guardai l’orologio:le 12,45. -Penso sia ora di andare.-
    -Sì,andiamo- concordò,e ci incamminammo.
    Ero un po’ stordita per essere rimasta seduta a lungo. Tra le braccia di un ragazzo che conoscevo appena! Oddio … magari camminare mi avrebbe aiutata. Mi venne un dubbio. -Ma tu dove abiti?Cioè con chi?- mi sarebbe dispiaciuto se avesse dovuto allungare la strada solo per farmi compagnia.
    -Hai paura che cammini troppo?- scherzò,intuendo ciò che mi passava per la testa. Chissà come faceva. Ci conoscevamo da due giorni! Anche se,magari,i miei genitori gli parlavano spesso di me,con delle foto forse. Questo spiegherebbe anche perché mi avesse riconosciuta subito. Comunque non mi aveva risposto.
    -Semplice curiosità- dissi .
    -Sto nella casa che hanno appena ristrutturato,quella di fronte alla tua scuola di
    danza,con i miei attuali tutori e la loro figlia di quattro anni. Prima che tu lo chieda, ti dico che sono dei parenti alla lontana che ho da poco scoperto di avere.- rispose noncurante.
    -La villa a tre piani?! Caspita!- commentai. Non pensavo neanche fosse in vendita.
    -E’ si ... -
    -Non sembri molto entusiasta della cosa- osservai sorpresa
    -Beh .. secondo me è troppo appariscente. -
    -Troppo appariscente? Ma scherzi? Sai come sarebbe vivere in una casa così ...-
    -Non bello come immagini,fidati. Ogni cosa che fai è supervisionata da qualcuno. Non fai in tempo a mettere piede in cucina,che subito ti viene messo davanti un piatto stracolmo di cibo. C’è sempre qualche cameriera a giro per casa,che ascolta ogni parola che dici. Non mi è neanche permesso stare a letto fino alle 10,perché secondo i miei “zii” è troppo tardi. Poi ci sono tutte quelle regole di galateo,e i vestiti che mi fanno indossare quando vengono i loro amici …. E’ un incubo.-
    -Non pensavo fosse così. Allora magari è meglio avere una vita semplice,che essere costantemente sotto pressione. Insomma non penso ti sia permesso sbagliare,no?-
    -Infatti- A forza di chiacchiere,eravamo arrivati davanti a casa mia.
    -Bene allora. Ci vediamo domani,Emily - e mi baciò su una guancia,prima di scomparire dietro la curva. Mi portai una mano dove mi aveva baciata,ancora incredula per gli eventi della giornata.

    CAPITOLO 6

    Casa mia si trova al primo piano di un condominio formato da due palazzi di tre piani. Per la maggior parte gli inquilini sono composti da anziani che vivono,o da soli, o con i figli e le nuore/generi. Poi ci sono alcune eccezioni come la mia famiglia,quella di una mia grande amica,e altre due. Il giardino comune, molto grande e pieno di fiori e piante,è riempito dai nipoti degli anziani,che rimangono da loro durante le vacanze o mentre i genitori sono a lavorare. Si respira sempre un’atmosfera allegra. I bambini sono vivaci ed è bello sentirli giocare. Inoltre sembra di far parte di una famiglia allargata. Tutti conoscono tutto degli altri,e se qualcuno ha bisogno di qualcosa ci si fa in quattro per aiutare. Che sia chiedere un po’ di sale, o farsi dare un occhio ai figli. Questo clima mi piace molto,e non so se mi piacerebbe davvero vivere in una casa come quella di Nick, nonostante ciò che ho detto oggi.

    In silenzio entrai in casa. Era deserta,perché i miei genitori non sarebbero tornati
    prima delle cinque. Rimanere da sola non era mai stato un problema per me,anzi. Amavo quei momenti di solitudine che mi permettevano di concentrarmi meglio, o avere più tranquillità. Potevo fare tutto ciò che mi andava,senza che nessuno dicesse niente. Un vero Paradiso.
    Cucinai un po’ di pasta,ma solo cento grammi. La danza classica comporta un po’ di sacrifici, tra cui quello di dover fare attenzione con il cibo. Non esistono ballerine in sovrappeso. Decisi di condirla con il sugo che mamma mi aveva preparato la sera precedente e iniziai a mangiare. Dopo pranzo feci i compiti,ancora pochi poiché era solo il terzo giorno di scuola. Riuscii a finire prima di andare a danza.

    Arrivai mezz’ora prima dell’inizio,come solo Greta,Isa e io facevamo per tradizione. Questo era un modo per avere più tempo per chiacchierare. Infatti quando entrai, loro si trovavano già lì.
    -Ehi!! Ragazze! Ciao!- le salutai abbracciandole,nonostante ci fossimo viste solo il giorno prima.
    -Ciao Emy!- risposero in coro. E continuando a parlare del più e del meno, ci cambiammo ed entrammo in aula per riscaldarci prima che arrivassero tutte.
    La scuola è molto vicino a casa mia,e mi viene semplice raggiungerla a piedi.
    E’ un edificio moderno,con due aule per la danza,e una per la musica. Ci sono anche due spogliatoi per le ragazze e uno per i maschi,che scarseggiano. Fortunatamente per noi. Non ci teniamo proprio a fare i pas de deux.
    La nostra insegnante era già dentro. Con lei abbiamo sempre avuto un rapporto confidenziale,dovuto ai vari anni di lavoro insieme. Si chiama Claire,e nonostante abbia raggiunto la cinquantina,continua a mostrarci i passi come quando ballava alla Scala. Ha i capelli biondi,sempre tenuti legati nel classico chignon. E’ ancora magra,e ha un portamento elegante che caratterizza le ballerine. Non è severa,e la preferiamo così.
    La salutammo e ci disse -Ragazze oggi ci sarà un ragazzo nuovo a provare. Ha 14 anni,come te Emily, e spero proprio che si iscriverà. Ho molti progetti per voi due- annunciò guardandomi.
    -Noi due tipo io e lui?- le chiesi come se non avessi capito.
    -Sì ,sciocchina. Perché no? E’ ora che inizi a fare qualcosa a coppia. Sei brava e l’unica capace di utilizzare le punte per un intero balletto. E poi lo hai già fatto.-
    Si riferiva all’esperienza dello Schiaccianoci,spettacolo realizzato due anni prima. Eravamo insieme ad altre due scuole,ed ero stata scelta per il ruolo di Clara. Feci un piccolissimo, minuscolo pas de deux insieme al ballerino che aveva la parte dello Schiaccianoci, con una presa. Fu un’esperienza imbarazzante ma anche educativa. Era
    la prima volta per me,e servì a sciogliermi un po’. In seguito feci anche uno stage di pas de deux,sulle punte.
    A quel punto iniziai a sperare ardentemente che il ragazzo non si presentasse.
    Come se lo avessi chiamato, sentimmo entrare qualcuno. Claire uscì per andargli incontro.
    Rimaste da sole dissi -No ragazze,io non voglio farlo. Mi vergogno troppo. E chi lo conosce! Questo è un mio coetaneo,poi! L’altro aveva il doppio dei miei anni,e sapevo a stento il suo nome. Adesso dovrò parlarci !! Nonononono -
    -Ah ah non vorrei essere in te! Sai che divertimento guardarti arrossire tutto il tempo! E magari inciampargli addosso!-
    -Così non mi aiuti Grè -
    -Dai Em, magari diventerà il tuo principe azzurro- osservò Isa con un sorrisetto malefico sul volto, uguale a quello stampato sulla faccia di Greta
    -Si come no! E sarà Amore a prima vista!-
    A quel punto scoppiamo a ridere tutte e tre.
    E Claire rientrò insieme a ……… Nick!

    CAPITOLO 7

    -E tu che ci fai qui?- gli chiesi subito. Non avrei mai sospettato che il “ballerino misterioso” potesse essere lui!
    -Bene vi conoscete. Così non ci sarà bisogno di perdere tempo con le presentazioni. Ah, vedo che ne sono arrivate altre. Intanto che Nicholas e loro si cambiano, voi tre andate alla sbarra e ripassate gli esercizi.-
    -Ciao Emily - disse Nick ridendo sotto i baffi,cosciente di avermi sbalordita.
    Elena, Selena, Virginia e Melissa entrarono subito dopo,affamate di notizie. Volevano sapere a tutti i costi chi fosse quel ragazzo. Anche Greta e Isa volevano sapere perché lo conoscessi.
    -Ciao a tutte!- le salutai per prendere tempo.
    -Ciao Em! Voglio che tu mi dica immediatamente tutto quello che sai su quel ragazzo!-
    -E’ un possibile nuovo alunno. Claire dice che vorrebbe che facessi con lui un pas de deux da quanto ho capito. Spero di essermi sbagliata ... E’ in classe mia e si chiama Nicholas. E ,a proposito, devo dirvi una cosa molto importante-
    -Non siamo qui per scambiarci pettegolezzi, vero? Su su a lavoro.- ci riprese Claire bonariamente.
    -No no iniziamo subito. Oppure Lo aspettiamo?- chiese Selena
    -Eccolo. Iniziate. Nicholas,puoi metterti vicino a Emily se vuoi,visto che vi conoscete-
    -Con gran piacere Madame.- e si sistemò accanto a me,sull’estremità della sbarra.
    Non potei evitare di guardarlo: era stupendo! Indossava una T-shirt nera elasticizzata,e i pantaloni della tuta. Aveva già le scarpette nere,con gli elastici legati. Tutte lo fissarono,come a scuola.
    Sentii Melissa mormorare -Ma quanto è figo! Peccato che abbia un anno meno di
    me - questo scatenò un coro di risatine,che giunse fino a noi. Evitai di spiegare il motivo di quella gioia improvvisa.
    Claire batté le mani per richiamare l’attenzione: -Primo esercizio. Proseguite con il tendue, battement jeté, rond de jambe parterre, fondue, frappé, rond de jambe aller, monte land. Qualcuno spieghi a Nick gli esercizi man mano che li facciamo. Lo fai tu, Emily?- propose infine
    -Certo,perché no … nessun problema.-
    Partì la musica. Adesso ero nel mio elemento e niente poteva disturbarmi. Iniziai a ballare impegnandomi più del solito a causa della presenza di Nick vicino a me. Aveva memorizzato in fretta la sequenza …. La lezione proseguì così. Con una me improvvisamente imbarazzata che spiegava,e un Nick a suo agio,sempre col sorriso sulle labbra. Dopo un’ora ,Claire congedò tutti tranne Nicholas. Parlarono per circa due minuti,poi mi vennero a chiamare.
    -Puoi rimanere per un’altra mezz’ora? Nicholas ha intenzione di iscriversi,e ho già in mente una cosetta per voi due. Vado a prendere il Cd. E’ tratta da “La Bella Addormentata” - spiegò e uscì lascandoci soli.

    -Dì la verità,come e quando ti è venuta l’idea di frequentare le lezioni?Come facevi a sapere che faccio danza?- buttai lì, con finto disinteresse.
    -Oh,ma come siamo sospettose … Mi è venuta un mesetto fa. I miei zii mi hanno costretto ad accompagnarli a teatro,varie volte. Che dire,mi sono incuriosito … E non sapevo che facessi danza,anche se dal tuo fisico e dalla tua postura è abbastanza evidente-
    -Davvero è?-
    -Oh sì. Non ti scoccia avermi come partner vero?-
    -No no assolutamente. Ci mancherebbe- risposi sarcastica
    -Eccomi. Vi farò sentire la musica,poi vi mostrerò i passi- ci interruppe Claire, arrivando con un Cd in mano. -Avevo creato questa coreografia un paio di settimane fa,uscita dal Comunale.-
    Sì,come se non fosse premeditata la cosa … Partì la musica. Era la parte del pas de deux tra Aurora e il principe. La ascoltammo in silenzio,mentre sentivo il chiacchiericcio provenire da fuori,nonostante la porta chiusa. Alla fine,Claire iniziò a parlare -Ho riadattato la coreografia,rendendola adatta alla preparazione di Emily. Penso che tu sia in grado di eseguirla. Nicholas,io non conosco i tuoi precedenti insegnanti,però mi hai detto che hai seguito molti anni di danza classica. Questa sarebbe la prima volta che fai un passo a due?-
    Guardai sbalordita prima Claire,e poi Nick. Certo,avrei dovuto capire che non era la sua prima lezione di danza. Che stupida. Scarpette già cucite,passi eseguiti troppo bene per un “principiante”, conoscenza dei termini … Ma perché mi aveva mentito?
    -Sì, Madame- rispose tranquillo.
    Lo fulminai con lo sguardo e mi fece un gesto come per dire: “ti spiego dopo”.
    -Bene. Iniziamo-
    Passammo i venti minuti successivi a imparare la prima parte della coreografia,piena di equilibri sulle punte e gambe alzate. Non era particolarmente difficile,pensavo peggio. Anche se la parte centrale della coreografia doveva ancora arrivare. Era imbarazzante ballare con lui. Stargli così vicina,doverlo “usare” per mantenermi in equilibrio … Purtroppo era bravo.
    -Perfetto ragazzi. Domani riproveremo questa parte e continueremo. Studierete la prima presa del balletto. Ce ne saranno altre quattro. Quindi d’ora in poi le lezioni,per voi,dureranno mezz’ora in più. E potranno assistere anche le tue amiche,senza dover fare a gara per spiare,vero ragazze?- disse in direzione della porta.
    -Sì Claire!- esclamarono sghignazzando.
    Invece io pensavo alle cinque prese: Oh,viva noi; di sicuro non riuscirà neanche a tirarmi su….

    Mi vestii in fretta evitando le domande delle altre e corsi a casa. Non mi fermai neanche per sentire le spiegazioni di Nick. Arrivai stanchissima.

    CAPITOLO 8

    -Ehi Emily,come è andata oggi a scuola?- mi chiesero i miei genitori a cena.
    -Tutto bene … ho anche incontrato un vostro vecchio conoscente. Vi ricordate di Nicholas?- buttai lì.
    I miei genitori rimasero in silenzio per un po’. Alla fine mio padre disse – Ah,sì te l’avremmo detto venerdì a cena, insieme a lui. A proposito,ha confermato?-
    -Certo! Ma perché tutti sapevate di questa cena,tranne me? Credevo fosse mio diritto saperlo! E comunque, dove la facciamo?-
    -Pensavamo qui,è meglio. Anche se Nicholas preferirebbe a casa sua,perché i suoi zii vogliono incontrarci.- mi spiegarono con calma.
    -Incontrarci? E perché? Comunque lui ha detto che sarebbe passato a prenderci,quindi non penso abbia intenzione di mangiare qui-
    -Peccato …. Beh vogliono vederci perché … perché ne parleremo meglio venerdì. E’ inutile farti sapere le cose a spizzichi e bocconi.-
    -Certo,come no … - mormorai abbastanza piano perché non mi sentissero.
    Passammo il resto della cena in silenzio. Dopo aver sparecchiato,mi diressi in camera mia a leggere. Magari mi sarei distratta un po’.

    A letto,ripensai agli eventi della giornata. La mattinata trascorsa con Nick,il sospetto di essere stata adottata,i primi giorni di scuola... Era iniziata da pochissimo,ma mi sembrava molto di più.
    Decisi di addormentarmi...

    La mattina dopo, a scuola, Nick si comportò in modo diverso rispetto agli ultimi giorni. Appena arrivata mi si avvicinò e mi salutò con un bacetto sulla guancia che ricambiai sorpresa. Anche se pensavo di conoscerlo da sempre,non era così. Quegli scambi di gesti d’affetto fra maschi e femmine erano nuovi per me. Ancora non avevo mai avuto un ragazzo quindi non sapevo bene come comportarmi. Ma ne avevo lette di storie …
    Ero un’inguaribile romantica,più innamorata dell’idea dell’amore che dell’amore stesso, probabilmente. Mi sarebbe piaciuto incontrare qualcuno di veramente speciale,con cui iniziare una cosa seria. Non come quelle delle mie amiche,che finivano dopo pochi giorni.

    Entrammo in classe e svolgemmo le lezioni. Iniziavo ad abituarmi a quella routine,anche se erano solo pochi giorni che la vivevo.
    Gli insegnanti avevano iniziato a dare più compiti,quindi nel pomeriggio avrei dovuto lavorare. Il liceo mi piaceva sempre di più. Superato lo shock iniziale, l’atmosfera è diventata meravigliosa. Gli alunni sono tutti educati,silenziosi e si impegnano prendendo appunti. Quelli più grandi sono gentili con noi “primini”,e il rapporto insegnante-studente è come quello delle medie. Sono disponibili e gentili.
    Ci sono anche gli armadietti! Come in un telefilm americano,al cambio dell’ora vi ci
    rechiamo per cambiare libri. Il mio sogno …

    Tornai a casa,stavolta con Diana,e iniziai a lavorare.
    Suonarono il campanello e mi avviai verso la porta grata di quell’interruzione,chiunque l’avesse provocata. Guardai dallo spioncino:era la mia migliore amica _________!
    Ci conosciamo da sempre. I nostri babbi sono amici e lo sono diventate anche le nostre mamme. Sono cresciuta a casa sua,e lei nella mia,come due sorelle. Siamo anche state al mare insieme più di una volta …
    -Ciao ___ ! Dimmi pure!- la accolsi,invitandola con un’occhiata ad entrare.
    -Volevo chiederti se venerdì ti va di cenare da me. Sai la mamma fa la pizza- mi confidò,sapendo che non sarei riuscita a rifiutare,nonostante la dieta da seguire per danza.
    -Oh sì,volentieri!





















    Edited by …Irene… - 10/4/2012, 17:49
     
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  2. _fairy_love_
     
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    Non posso ancora darti un giudizio perchè è solo inizio!!Continua così!!
     
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  3. Irene:-)
     
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    ok... sto scrivendo il continuo..... AIUTOOOO
     
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  4. Anna FantaGiaco
     
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    Beh... E' solo l'inizio quindi non posso sirti niente, però la descrizione di Diana era abbastanza accurata ;) devo vedere il resto però
     
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  5. Irene:-)
     
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    Ho deciso di fare solo una descrizione parziale,per inserire i personaggi piano piano e farli conoscere in base alle loro azioni,non alle mie descrizioni^^
     
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  6. Irene:-)
     
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    aggiunto capitoli!
     
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  7. _fairy_love_
     
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    Voglio gli altri....
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    L'hai capito si o no????????????????????????????????????????????????????????????
     
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  8. Irene:-)
     
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    veramente??? :wub:
     
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  9. _fairy_love_
     
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    Quante volte devo scriverlo per farti capire che..
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  10. Irene:-)
     
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    Allora fammeli scrivereeee!!!!!!! :olè: :ti prego: ^_^ ;) :P :D
     
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  11. Irene:-)
     
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    aggiornato. un po'
     
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  12. Irene:-)
     
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    aggiornato !
     
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  13. Irene:-)
     
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    Ho aggiunto pag ma ho anke completamente modificato il libro. che ne dite???
     
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  14.  
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