Pink Floyd The Wall

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    Romano III

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    http://it.wikipedia.org/wiki/Pink_Floyd_The_Wall

    Pink Floyd The Wall è un film di Alan Parker uscito nel 1982, trasposizione cinematografica del concept album The Wall, realizzato nel 1979 dai Pink Floyd.

    Il film, terza fase del progetto ideato da Roger Waters, è basato sull'album anziché viceversa, e ne rappresenta in effetti la "colonna visiva". La storia permette almeno tre livelli di lettura: uno autobiografico (la morte in guerra del padre di Waters, i problemi dell'educazione scolastica nel periodo delle rivolte studentesche), uno di osservazione e critica sociale (l'incomunicabilità nei rapporti di coppia, la rockstar onnipotente), uno infine che rappresenta l'evoluzione della follia del protagonista, nel quale si intravede un riferimento a Syd Barrett, sebbene le esperienze di vita e artistiche del bassista ne rappresentano la vera anima. Inizialmente, furono in quattro a iniziare la messa in opera del progetto: oltre a Waters, il disegnatore Gerald Scarfe, il regista Michael Seresin e il produttore Alan Parker. Dopo poco tempo, il testimone della regia passò a quest'ultimo il quale impose subito una nuova visione di lavoro: tinte forti, immagini crude, stile diretto ed evocativo. Waters, dal canto suo, spodestato dal ruolo di principale e incapace di poter seguire personalmente la regia, abbandona per un mese di vacanze forzate le riprese, lasciando il regista libero di organizzare il lavoro. Parker accantona così l'idea di utilizzare riprese dal vivo durante i concerti del tour di The Wall e sfruttare i pupazzi animati di Scarfe, il quale collaborerà con i disegni animati di molte sequenze del film, le stesse che venivano anche proiettate sul muro.


    In una stanza d'albergo, a Los Angeles, Pink (Bob Geldof), rockstar famosa ma con problemi di droga, rivive, grazie ad un film di guerra, i momenti più significativi della sua tragica esistenza: il padre morto in guerra quando lui era ancora in fasce, il crudele maestro di scuola, la madre iperprotettiva (riferimento a Roger Waters), la moglie infedele e le stupide groupies che darebbero l'anima per stare con lui. Tutti questi avvenimenti non hanno fatto altro che erigere intorno a Pink un muro psicologico che lo protegge dalle altre persone, ma che col passare del tempo lo soffoca. Pink, dopo aver portato con sé in albergo una groupie e aver distrutto la sua stanza, pone l'ultimo mattone nel muro, chiudendosi del tutto nella sua follia. Le persone che organizzano il suo tour lo trovano in condizioni disumane, e dopo averlo rimesso in sesto lo trascinano ad un concerto che sembra una parata nazista. Qui Pink marcia, seguito da agguerriti skinheads, sulle altre persone, raggiungendo il culmine della pazzia; poi, stanco di questa allucinante situazione, si autosottopone ad un processo in cui tutti i personaggi significativi della sua vita, rappresentati come grottesche creature, lo accusano delle sue infamie. Alla fine il Giudice Verme impone a Pink di distruggere il muro, riesponendolo così al mondo reale.


    Bob_Geldof_Rock_am_Ring_1987
     
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