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http://www.focus.it/ambiente/animali/19032...di_papa_C9.aspx
Digiunano per settimane, affrontano temibili predatori, costruiscono nidi-fortezza. E tutto per i loro adorati figlioletti: ecco i padri più premurosi del mondo animale.
Per fortuna c’è papà
L’educazione dei cuccioli? È un lavoro da maschi. Almeno così pensano le femmine del casuario australiano (Casuarius casuarius), il secondo uccello più grande al mondo dopo lo struzzo. Le” signore” sono troppo indaffarate a cercare nuovi partner con i quali accoppiarsi – in genere due o tre esemplari a stagione – per badare alla prole. Tanto a covare le uova ci pensa il futuro papà che, dopo una sessantina di giorni di paziente attesa, assiste alla schiusa e incontra finalmente i suoi pulcini. I piccoli rimangono accanto al padre, che li sfama e li protegge dai predatori, fino al raggiungimento della completa indipendenza, conquistata nove mesi dopo la nascita. Soltanto allora il genitore li abbandona al loro destino.
Genitori baffuti, sempre piaciuti...
Il tamarino imperatore (Saguinus imperator) è un primate che vive nelle foreste tropicali di Bolivia, Perù e Brasile (America meridionale), dove si distingue per essere un ottimo saltatore, muovendosi velocemente tra i rami degli alberi. Queste scimmiette si caratterizzano per i lunghi baffi bianchi che arrivano al petto o si appoggiano sulle spalle quando si stendono a terra. Curioso il comportamento dei genitori impegnati nella cura della prole, in cui è molto coinvolto anche il maschio. È lui che si occupa di accudire il piccolo subito dopo il parto per lavarlo. La madre si occupa del nuovo nato, nutrendolo ogni 2-3 ore per circa una mezz'ora, dopo la quale è riaffidato alle amorevoli cure del papà.
La fatica di essere padre
Nel giorno in cui si festeggiano tutti i papà, si può conferire la palma del papà più solerte del mondo animale al cavalluccio marino (nella foto, un Hippocampus histrix). Nella modalità di riproduzione di questo animale, il padre svolge infatti un ruolo fondamentale. È lui, dopo la fecondazione, ad occuparsi delle uova, che raccoglie in una borsa incubatrice sul ventre, alla base della coda. Le uova rimangono lì per due mesi durante i quali sono nutrite attraverso le pareti interne della borsa stessa.
Ai piedi del maschio
Letteralmente lì - ai piedi del suo compagno - la femmina di pinguino imperatore (Aptenodytes forsteri) lascia il suo unico uovo appena deposto. Il maschio rimane per circa 65 giorni stoicamente in balia dei venti e senza toccare cibo tenendo l'uovo al caldo in una sorta di "tasca incubatrice" e impedendone così il contatto con la superficie ghiacciata della banchisa dell'Antartide. I maschi con le rispettive uova si riuniscono in gruppi affollati per ripararsi al meglio dai venti polari. Quando l'uovo si dischiude, è la madre che torna ad occuparsi del pulcino: e mentre il maschio si eclissa alla ricerca dell'agognato cibo, la femmina tiene a sua volta al caldo il piccolo nella sua tasca.
Padri a tutti i costi
Nascosto dietro a un fiore di iris, questo maschio di damigella azzurra (Coenagrion puella) - un insetto simile alla libellula - non perde di vista un attimo la sua compagna. Vuole essere sicuro che, dopo l'accoppiamento, la sua dolce metà non lo tradisca con un altro. È l'unico modo per garantirsi la paternità dei nascituri.
A spasso con papà
Oggi è la giornata dei papà e questo struzzo (Struthio camelus) festeggia portando a spasso i suoi pulcini per la savana africana. Finalmente un po' di relax dopo settimane di tensione. Già perché il periodo della cova è un vero stress per il povero pennuto, che per non lasciare il nido in balia dei predatori, di notte veglia sulle uova, nascondendole sotto le lunghe piume nere. E tutto mentre mamma struzzo ronfa! Le femmine infatti covano di giorno, quando il loro piumaggio grigiastro - più chiaro di quello dei partner - si mimetizza perfettamente nella sabbia
Bravo marito, ottimo papà!
Se il maschio di cigno reale (Cygnus olor) ha la fama di compagno fedele (con le dovute eccezioni…), non si dimentichi il ruolo attivo che esercita nella cura della prole. Collabora attivamente nella costruzione del nido. Segue l'incubazione delle uova, covandole in alternanza con la femmina o rimanendo a guardia del nido. All'inizio della schiusa poi accompagna in acqua i primi nati, mentre la femmina continua a covare le uova non ancora pronte. I pulcini non si staccano dai genitori e il loro mezzo di trasporto preferito è proprio il loro dorso. Con la nuova stagione degli amori però mamma e papà allontanano i piccoli dal nido e si preoccupano di altre faccende...
Spiedino da leoni
Questo cucciolo di leone (Panthera leo) rosicchia con gusto il suo pranzo. Potrebbero essere i resti di una zebra, di un’antilope, di uno gnu ma anche di una lepre o di un elefante. La dieta di questi carnivori, che insieme ai leopardi e ai ghepardi sono i più grandi predatori africani, è infatti molto variegata. Ma chi avrà portato la pappa al piccolo? Mamma o papà? La prima, perché, nonostante la fama di “re della savana” che ha il leone, è spesso la leonessa a cacciare, in gruppo, e a nutrire il branco.
E non ci lasceremo mai...
Quando s’innamorano, è per sempre. I pappagalli inseparabili (gen. Agapornis) sono dei gran romanticoni. I maschi una volta scelta una partner non la mollano più riempiendola di tenere beccatine e altre dolci effusioni. Le femmine dal canto loro sembrano gradire, per nulla intimidite da avances così focose. Ogni coppia, che sta insieme per tutta la vita, può arrivare ad avere anche 20 pulcini.
Quando fare il papà può essere utile...
I piccoli di babbuino (Papio sp.) rimangono appiccicati alle madri che li accudiscono, li nutrono, li spulciano e li incoraggiano durante gli scontri giocosi che hanno coi loro coetanei. Fino a un anno d'età non si allontano dalla madre neppure per dormire. Anche i maschi qualche volta li portano con sé, ma per scopi ben poco "nobili". Quando si sentono minacciati da qualche altro adulto, infatti, usano i cuccioli come scudo. Se un piccolo viene toccato, bisogna vedersela con la mamma e tutta la sua famiglia. così l'aggressore ci pensa bene prima di sferrare un attacco che possa coinvolgere un piccolo (e tutta la sua tribù).
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