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    over the rainbow

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    Titolo: Sconosciuto per il momento. Aiutatemi a trovarlo.
    Rating: Rosso
    Genere: Generale, Mistero, Romantico, Drammatico
    Categoria: Vampiri

    Capitolo 1

    Aveva i piedi completamente infangati e pieni di escoriazioni. Era da almeno mezz’ora che correva e non aveva più bene percezione di ciò che le stava intorno. Forse la stavano ancora seguendo o forse no. Se la seconda possibilità fosse stata vera tutto sarebbe dipeso non da una loro decisione,ma dall’ordine del loro Sire.
    Faceva freddo,ma lei non lo sentiva. Sudava per la paura e sperava di non averne più.
    La tenuta da notte era diventata una seconda pelle per lei dopo essersi letteralmente lanciata nel fossato pieno d’acqua del castello. Era gelata, era strappata, ma lei continuava a correre. Ce l’aveva fatta, doveva farcela. Sedici anni di solitudine e tristezza, quattro di angoscia e reclusone.
    Era come non essere mai nata, dato che non aveva mai vissuto. Avrebbe lottato con i denti pur di vivere almeno solo una volta.
    Selene si fermò tenendo gli occhi ben piantati nel buio e le orecchie aperte a qualsiasi rumore. Era in una foresta. Da quello che in questi anni aveva potuto capire dalla finestra della sua stanza-prigione era che la tenuta del Sire era circondata da boschi di cui non si scorgeva la fine.
    Sperava di essere abbastanza lontana. C’era abbastanza silenzio escludendo il rumore dei gufi, il battito delle ali di qualche pipistrello e il vento che faceva muovere le foglie tra di loro. Niente di pericoloso, le sarebbe andato bene persino incontrare un lupo, sapeva come affrontarlo.
    Improvvisamente sentì un rumore diverso; come un fruscio veloce ad intermittenza,come se qualcosa si spostasse alla velocità della luce da un punto all’altro avvicinandosi sempre di più a lei.
    Se fossero stati i seguaci del Sire avrebbero fatto più rumore, erano piuttosto giovani e non avevano le grandi capacità del loro Signore. Era diventata brava ad ascoltare e soprattutto a capire senza fare domande.
    Non c’erano ripari nei dintorni perciò si accovacciò vicino ad un cespuglio sradicando una radice dall’albero vicino. Non le interessava il rumore che avrebbe provocato tanto sapevano o sapeva della sua presenza. L’unico cuore umano che batteva in una foresta abitata solo da animali.
    Era stanca, affamata, piena di vecchi lividi e ferite fresche, provata mentalmente. Nei suoi primi sedici anni di vita non si era mai fidata di nessuno. Genitori troppo stupidi e bigotti per accettare una figlia vivace e curiosa come tutti i bambini del resto. Amici troppo controllati dai loro genitori e dalle stupide tradizioni di paese per godersi la vita come ogni adolescente e poi è arrivato Phil. Uno straniero che le aveva raccontato tante cose belle e favolose di un mondo che lei non conosceva. Si era fidata ed era stata imprigionata. Poi Phil l’aveva affidata alle cure di Endimione, lo credeva un amico. D’altronde ad entrambi spettava lo stesso destino, lo riteneva un alleato, ma l’istinto di sopravvivenza vince sempre su ogni sentimento.
    Il leggero fruscio ora era diventato un rumore più persistente e continuo. Segno che la persona, ormai aveva accertato che si trattava di un singolo uomo dotato di due gambe,si stava avvicinando proprio al punto dove lei si trovava.
    Riuscì a distinguere una figura massiccia ad un metro e mezzo davanti al suo cespuglio. Non poteva scappare aveva capito benissimo che si trattava di un essere superiore a lei, doveva solo capire che intenzioni avesse. Si alzò in piedi e il più velocemente possibile aggirò l’albero al suo fianco per attaccarlo di lato. Ma la figura aveva già voltato la testa nella sua direzione prima ancora che lei spuntasse da dietro il tronco.
    Poi avvenne tutto all’improvviso due forti mani la spinsero con le spalle all’albero facendole anche sbattere la testa. Ma finalmente poté vedere da vicino il suo “amico”.
    Era uno di loro e naturalmente bellissimo. Bello non nel senso classico del termine, ma affascinante.
    I vampiri non erano considerati tutti belli solo per la loro natura. Come per gli esseri umani madre natura doveva offrire qualcosa. La pelle più candita e un profumo inebriante rendeva più accattivante il loro iniziale aspetto da umano ormai trasformato.
    La superava di almeno 20 cm, infatti era calato su di lei tanto da creare quasi una sorta di capanna. Aveva un viso magro dai lineamenti ben marcati ed esotici. Zigomi pronunciati, naso leggermente affilato,una bocca invitante con il labbro superiore più pronunciato e definito, e infine occhi a mandorla di un assurdo color viola chiaro. Era un bell’uomo, ma Selene non si sarebbe fatta incantare, era immune ai loro giochetti.
    Alzò il mento con aria di sfida e gli puntò il suo paletto improvvisato dritto al cuore. Non sapeva se avrebbe avuto abbastanza forza per pugnalarlo, ma ci avrebbe provato a tutti i costi.
    “Mi dispiace ma dovrai andare a cercarti da qualche altra parte la cena”.
    L’uomo la guardò con entrambe le sopracciglia sollevate. Non se n’era accorta ma neppure prima aveva una faccia minacciosa, ma solo, come anche adesso, curiosa. Avvicinò di più il volto a quello della ragazza fino a ritrovarsi naso contro naso.
    “Non mi alletti così sporca, ma il punto non è questo cosa ci fai qui?”usò una voce calda e calma, che sembrava provenire dai meandri più nascosti di una caverna.
    La ragazza non rispose, era rimasta disarmata di fronte a quella stasi assurda.
    “C’è confusione nella tua testa e poi…”arricciò il naso leggermente aquilino come se avesse appena percepito un cattivo odore ”puzzi di vampiro, un Signor vampiro”.
    Se n’era accorto e la ragazza sentì un brivido di paura percorrerle tutta la schiena. Forse anche l’uomo misterioso l’aveva notato, ma non lo diede a vedere.
    Improvvisamente lui voltò la testa, aveva avvertito qualcosa e dallo sguardo accigliato non lo stavano raggiungendo degli amici. Il panico assoluto prese la mente e il corpo di Selene. Non poteva morire adesso che era ad un passo dalla libertà. E se invece di punirla uccidendola, l’avessero sottoposta a delle atroci torture? Confinata in una non vita fino alla sua morte, morte che sarebbe naturalmente stata ritardata per diletto del suo Signore.
    “Che cosa ti hanno fatto?Chi sei?”non si era accorta che Lui era tornato a fissarla intensamente. Aveva spalancato i suoi occhi viola come se cercasse di leggerle dentro e forse aveva anche il potere di farlo. Poi sentì la sua mano raccoglierle una lacrima e assaggiarla incuriosito. Non si era accorta di piangere, probabilmente lo aveva fatto anche durante tutta la corsa. Ma adesso era disperata lei non voleva morire e non voleva neppure tornare dal suo Padrone.
    “Non merito di morire”sputò a denti stretti come se l’uomo l’avesse appena minacciata di uccidere. Non sapeva quello che stava facendo, agiva e basta.
    “Queste sono le tue ultime parole”non capì mai se quella fosse una domanda o un’affermazione. Ma probabilmente dato che non c’era stata nessuna inflessione diversa nella sua voce, la seconda era la possibilità più plausibile; anche perché subito dopo non riuscì più ad incontrare i suoi grandi occhi viola. Si era chinato sul suo collo per morderla.
    Non era mai stata morsa negli anni passati, doveva essere mantenuta pura da questa forma di contatto e anche da altri contatti da parte del suo Sire. Lei era la sua svolta, la possibilità di una vita di successo e potere. Possibilità che era scappata e che ora stava lasciando il mondo dei vivi.

    Aveva sempre pensato che essere morsa avrebbe dovuto far male si trattava pur sempre di una lacerazione. E invece fu qualcosa di totalmente diverso. Sentì come un leggero bacio sul collo tanto da pensare che l’uomo del mistero volesse approfittare di lei. Dopo sentì la pelle graffiarsi e il succhiare insistente di lui. La sensazione del sangue che dal suo corpo passava attraverso la bocca dell’uomo era pari a mille carezze leggere sulla schiena. Era come essere sfiorati appena; il sentire la mano vicina a toccarti, ma sapere che non lo sta ancora facendo.
    Pian piano iniziarono a mancarle le forze, la stava prosciugando. Le mise un braccio intorno alla vita dato che le sue gambe avevano ceduto, armeggiò con il suo polso e glielo avvicinò alle labbra. Ma Selene a malapena riusciva a tenere le palpebre aperte figuriamoci a deglutire. Così fu costretto a baciarla per indurla ad inghiottire il suo stesso sangue.
    Il saporaccio del sangue passò in secondo piano quando la ragazza capì che le era stata concessa la possibilità che tanto aveva desiderato. Questo fu l’ultimo pensiero che le attraversò prima di cadere direttamente tra le braccia di Vlad.

    Presa la ragazza tra le braccia corse. Voleva allontanarsi da quelle presenze non amiche il più possibile.
    Era stato richiamato nelle terre di Phil seguendo le tracce di uno dei suoi. Ma non era stato ricevuto da quel Signore. Come al solito troppo preso dai suoi giochi per occuparsi di cose serie. Vlad non lo sopportava era un vampiro che da umano aveva avuto tutto servito su un piatto d’argento e ora che era un vampiro era lo stesso, non aveva dovuto costruirsi con le sue mani la proprio stirpe gli era stata offerta già pronta; seguaci, possedimenti, tenute. Era un viziato spagnolo che odiava che gli venisse rinfacciato il suo passato,preferiva essere ricordato come un francese puro dato che la sua famiglia proveniva da lì.
    Con quella strana ragazzina tra le braccia varcò il confine e ritrovò il suo suv nero pronto a riportarlo a casa. Quando entrò in macchina il suo fedele seguace Rupert aggrottò le sopracciglia.
    “Souvenir”giustificò Vlad con un’alzata di spalle.
    Le posò la testa sul sedile e tenne le gambe sul suo grembo e con un cenno della mano fece partire il suo autista.
    Nella foresta aveva sentito un forte ansimare e un odore di paura. E poi aveva trovato lei. Sicuramente era una prigioniera di quel pazzo di Phil che non si arrendeva ai tempi moderni. Ma non aveva nessun marchio né un morso né un qualche gingillo perciò Phil non avrebbe potuto reclamarla come sua. Aveva deciso di morderla perché nella sua testa aveva visto delle scene che non gli erano piaciute per niente, forse avrebbe potuto ricavarne qualcosa per tenere buono quello psicopatico franco-ispanico che aveva manie di grandezza.
    Guardò attentamente la ragazza e non aveva addosso segni di violenza,le ferite che portava se l’era provocata da sola con cadute e simili. All’inizio credeva fosse una bambina, ma quando l’aveva guardata negli occhi aveva capito che si trattava di una donna ancor prima di scoprire le sue curve. La prima cosa che gli era passata per la mente è stata: Biancaneve. La pelle candida quasi come la sua, i capelli lunghi e neri e le labbra rosse nonostante tutto quello che aveva dovuto passare. Era incuriosito da lei. Aveva la capacità di leggere nella mente degli umani,ma lei la leggeva ad intermittenza. E poi c’era la disperazione, non aveva mai conosciuto un umano così attaccato alla vita, doveva vivere in un modo o nell’altro.
    Le toccò un ginocchio e notò che era ancora piuttosto calda, di solito a quest’ora la temperatura corporea si sarebbe dovuta abbassare quasi del tutto. Ma non era quella l’unica stranezza, il suo cuore ancora batteva,certo più lentamente, ma a questo punto si sarebbe dovuto arrestare del tutto, invece nella sua cassa toracica si sentiva ancora un bel concerto. Ma non era preoccupato, il processo era iniziato doveva solo aspettare.
    Raccolse una bottiglietta d’acqua e vi bagnò il suo fazzoletto, pulendo il viso della ragazza. Aveva dei bei lineamenti, viso piccolo e delicato, labbra carnose, naso a patatina, un misto tra moderno e classico. Non proprio il genere che l’attraeva, ma tanto con lei aveva altri piani. Appena arrivati a casa l’avrebbe affidata a Rupert che l’avrebbe tenuta sott’ occhio per un po’, giusto il tempo di abituarla alla nuova vita.

    “Arrivati Signore”ruppe il lungo silenzio di tre ore l’autista.
    “Rupert prendi una coperta per coprirla è mezza nuda”rispose sempre con tono inflessibile Vlad.
    Poco dopo la ragazza fu avvolta in un plaid e Vlad si diresse verso una delle stanza degli ospiti al primo piano. Lontano da lui, che dormiva al piano superiore, di solito i neo-vampiri erano troppo rumorosi; era come avere dei bambini piccoli a casa.
    La depositò sul letto e si accertò dei suoi parametri. Il battito era quasi nullo,la temperatura ora simile alla sua. Tutto nella norma seppur con ritardo.
    “Rupert chiudi la porta ti devo parlare”.
    “Ti dovrai occupare tu della sua transizione, sai che non sopporto i bambini. So che ti stai chiedendo perché l’ho accolta nella mia famiglia”
    “Non mi permetterei mai di fare domande del genere Sire”
    “Dovresti farle ci conosciamo da quanto, 250 anni?e ancora ti ostini a darmi del lei”rise interiormente al pensiero di quante volte glielo aveva ripetuto a quel maledetto inglese di Rupert di comportarsi da pari e non da subalterno.
    “Comunque l’ho accolta perché era nel territorio di Phil, sa qualcosa che noi non sappiamo. Lei voleva essere salvata e io l’ho fatto credo che qualche spiegazione me la darà senza problemi. Potrebbe tornarmi utile e per il resto mi va più che bene come nuovo membro sai che non sono schizzinoso”.
    A volte il metodo di scelta di Vlad era stato deriso dagli altri Sire sparsi in tutti il mondo. Gli altri sceglievano i loro seguaci misurando le loro doti fisiche e a volte mentali, lui la loro lealtà. Inconsapevolmente la ragazza gli aveva chiesto di salvarla, e non era solo per il suo attaccamento alla vita , ma forse anche perché aveva visto qualcosa in lui. Tanto crudele da umano quanto magnanimo da vampiro. La storia è la più vecchia del modo se sai di non avere il potere lo ostenti, se sai di averlo lo neghi.
    “Prima di andare a riposare avverti una delle cameriere umane di occuparsi di lei:lavarla e vestirla. Dovrebbe svegliarsi nel primo pomeriggio”si alzò dal letto finalmente guardando il suo fedele braccio destro. Si lanciarono uno sguardo inteso che solo chi si conosce e si appoggia all’altro da anni può capire.
    Rupert fece un leggero inchino e si congedò. Era troppo gentiluomo per quell’epoca di maleducati, ma per la società di vampiri, per Vlad era un alleato perfetto.
    Chiuse la porta alle sue spalle ripensando un ultima volta a quel corpo immobile e serafico, ripetendosi che aveva fatto la cosa giusta trasformandola e si diresse nelle sue stanze per dormire alle prime luci dell’alba..




    E' un esperimento; ho scritto solo il primo capitolo e chiedo a voi , amanti del fantasy, che ne pensate.
    Per il momento sto scrivendo altro, quindi questa storia non verrà proseguita a breve, ma ho bisogno di pareri.
    Fatevi sotto!!
     
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  2. Simona_85
     
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    La storia mi incuriosisce ora e vorrei continuare a leggere ma....
    Secondo me alcuni passaggi li hai resi troppo veloci.. Come alcune descrizioni dei personaggi e il suo passato...
     
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    over the rainbow

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    mmm comunque li approfondirò mano a mano che vado avanti...anche perchè così li abbiamo conosciuti solo tramite il pensiero di Selene e Vlad...
     
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  4. lara.6
     
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    anche a me incuriosisce. Quando posti il seguito?
     
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    ehehehe al momento sto scrivendo altro quindi questa storia resterà sospesa nella mia mente XD sorry...
     
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